Mariti, corteo e presidio: "Vogliamo farci un parco"

Alcune centinaia di manifestanti mobilitati per la sicurezza e i diritti . I nomi delle cinque vittime scritti sulla recinzione: "Non dimentichiamo".

Mariti, corteo e presidio: "Vogliamo farci un parco"

Mariti, corteo e presidio: "Vogliamo farci un parco"

"Mai più morti sul lavoro e no a un irresponsabile consumo del suolo". Il comitato 16 febbraio, composto dai residenti del quartiere all’indomani delle morti sul lavoro nel cantiere di via Mariti, scende di nuovo in piazza. Un altro corteo per chiedere giustizia per la strage di operai, il blocco del cantiere e la conseguente costruzione di un parco pubblico intitolato ai cinque operai morti nel cantiere per gli abitanti del quartiere al posto del centro commerciale, a memoria per le future generazioni. La partenza è stata dall’Esselunga via di Novoli poi passaggi su via Pertini, via Umberto Maddalena, svoltando a destra su via Carlo del Prete. Dopo il Ponte di Mezzo c’è stata la sosta Mariti con i manifestanti che simbolicamente si sono schierati lungo il perimetro del cantiere per testimoniare che quell’area è comunque delle persone che vivono nel quartiere. Sulla recinzione del cantiere sotto sequestro sono comparsi, vergati a bomboletta, i nomi delle cinque vittime dell’incidente sul lavoro: “Luigi Coclite, Mohammed El Farhane, Taoufik Haidar, Mohammed Toukabri, Rahimi Bouzekri. Non dimentichiamo“. L’altra scritta è “Vogliamo farci un parco“.

Al corteo, hanno partecipato alcune centinaia di persone. Tra i presenti, una delegazione del Collettivo di fabbrica Gkn, e i consiglieri comunali di Spc Dmitrij Palagi e Antonella Bundu. Da piazza Dalmazia, la manifestazione è andata avanti per via Corridoni poi in piazza Tanucci e via Milanesi dove c’è stato il passaggio davanti a un altro punto vendita Esselunga. Attraverso via Scipione de’ Ricci il corteo è arrivato in piazza Leopoldo. "Questo è uno spazio dei cittadini - è stato detto al microfono al passaggio dei manifestanti in via Mariti, indicando l’area del cantiere - non accettiamo la passerella di forze politiche che in quarant’anni hanno contribuito a deregolamentare la sicurezza sul lavoro".

"Questa manifestazione – ha chiarito l’Assemblea 16 febbraio – nasce dal basso, dalle esigenze e dalle richieste di chi abita il quartiere e vuole denunciare una strage che non dovrà passare sotto silenzio e che dovrà diventare uno spartiacque per un cambiamento radicale delle politiche di gestione della nostra città". Contemporaneamente alla manifestazione di piazza, i promotori hanno rilanciato una raccolta firme che proseguirà anche nei prossimi mesi, quando verranno organizzate ulteriori iniziative per ribadire "sì al parco pubblico, no alle morti sul lavoro". Una battaglia al cemento e per la sicurezza sul lavoro che l’Assemblea 16 febbraio è intenzionata a portare avanti con varie iniziative insieme ai movimenti fiorentini.

Fabrizio Morviducci