Malamovida, l’allarme dei gestori dei locali "Comportamenti folli di ragazzi ingestibili"

L’appello a famiglie e scuola: "Noi possiamo controllare le cose all’interno dei nostri spazi, ma i guai veri succedono per strada"

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di Iacopo Nathan

La movida, con tutte le sue sfaccettature, è ritornata protagonista nelle strade della città, riportando a galla tutti quei problemi che sembravano dimenticati dopo due anni di restrizioni e chiusure.

E se da una parte il Comune ha aperto al dialogo con i giovani, e i residenti si pongono vari quesiti sulla necessità di limiti e controlli, i più spaesati sono i gestori dei locali che spesso si trovano senza le risorse per arginare un fenomeno sempre più complesso come quello dei nottambuli più sguaiati che di seguire le regole proprio non ne vogliono sapere.

"La prima distinzione da fare è quella tra i luoghi di riposo e quelli di divertimento. – spiega Riccardo Tarantoli, presidente Silb Firenze, l’associazione italiana imprese di intrattenimento e locali da ballo -. Un conto è il comportamento da tenere per strada, e un altro dentro i locali. La grande difficoltà, in questo momento, è trovare equilibrio tra le due cose, perché i problemi che vediamo sono soltanto all’esterno, per la strada".

"I gestori – continua Tarantoli nella sua riflessione – possono operare per far rispettare un certo tipo di comportamento all’interno dei locali, ma non può certo decidere cosa la gente fa per strada. Non può imporre il silenzio per non disturbare i residenti. La cosa importante, però, è sottolineare che non sono i gestori dei locali che devono insegnare l’educazione ai ragazzi, ma le famiglie e la scuola. Sono 20 anni che sentiamo le stesse cose, i problemi sono a scuola e a casa, ma è più facile dare le colpe ai locali. I giovani, chi vive la notte,vanno considerati come alleati per la città del futuro, non come dei ribelli rivali. Abbiamo già proposto un tavolo con tutte le associazioni, famiglie, scuola, professori, e anche i ragazzi. Non sappiamo davvero quali siano le loro necessità, è il momento che ce lo dicano".

E i gestori stessi, il più delle volte, nonostante i tentativi di tenere sotto controllo le notti, si trovano in prima persona a dover provare a contenere certi comportamenti. "Le prime accortezze devono arrivare dalla scuola e dalla famiglia – aggiunge Paolo Incerpi, titolare dello Yab -. Questi ragazzi hanno dei comportamenti sbagliati, e stanno diventando poco gestibili. Nei locali, soprattutto in questo momento, ci sono regole restrittive, dobbiamo stare attenti a varie cose, ma non lo capiscono e anzi hanno reazioni folli. Manca completamente l’educazione civica a questi ragazzi, ma deve arrivare dalle famiglie, non dai locali". Ci sono anche altri aspetti, però, che sono finiti sotto la lente di ingrandimento. "Questo è il momento di una riflessione vera, perché tutto il sistema deve cambiare – dice Aldo Cursano, presidente Confcommercio Toscana -. Dobbiamo aiutare i ragazzi ad avere dei luoghi per il divertimento, ma che si trovino all’interno di locali adatti ad accoglierli. Servono locali grandi, capaci di accogliere i ragazzi. Dobbiamo regolare la domanda del divertimento, non può più stare nelle strade. Non dobbiamo più accettare il bivacco in piazze, strade, sagrati e portoni. Qualcuno si dovrà prendere la responsabilità di non aver pensato ai giovani. La mala movida esiste perché non è stata pensata in città una buona movida".

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