Maggio sull’orlo del baratro L’allarme dei sindacati Cutaia a caccia di otto milioni

Cgil e Cisl: "Gravissima condizione economica, serve cooperazione del ministero". Il commissario riunisce le parti sociali: "Se tutti lavorano insieme ce la faremo". .

Maggio sull’orlo del baratro  L’allarme dei sindacati  Cutaia a caccia di otto milioni

Maggio sull’orlo del baratro L’allarme dei sindacati Cutaia a caccia di otto milioni

Otto milioni da trovare entro qualche mese per salvare la baracca del Maggio. A circa due mesi dal suo arrivo a Firenze al posto dell’ex sovrintendente Pereira, ieri il commissario Onofrio Cutaia ha riunito i sindacati per condividere la gravità della situazione finanziaria. Peggio ancora di quanto prevista e sempre più sull’orlo del baratro.

Ma per non precipitare verso la liquidazione dell’ente lirico, Cutaia un piano ce l’ha: "A patto che tutti facciano la loro parte nei tempi previsti – precisa – e che poi il ministero ci aiuti a risolvere i guai pregressi". I primi chiamati a tappare le falle del Maggio sono le istituzioni che, a detta del commissario, hanno risposto ‘presente’, anche se con impegni e responsabilità diversi. Oltre al ministro della Cultura, Sangiuliano, anche il sindaco Dario Nardella dovrà essere della partita. Anzi, l’attore principale nel trovare le risorse necessarie. E a seguire la Regione col presidente Giani che avrebbe detto "ok, non mi tiro indietro".

La pesante litania di soldi che mancano all’appello sono appunto otto milioni: "E’ quello che serve per salvare quel che resta del 2023 – spiega Cutaia –. A breve approveremo la variazione del bilancio e abbiamo bisogno di questo impegno finanziario. Per l’anno prossimo invece servono circa 4 milioni. Ma so che le istituzioni si stanno muovendo". Che poi siano soldi di sponsor privati invece che pubblici, meglio. Ma il conto è sempre quello.

C’è poi il problema del bilancio 2022, che chiuderà con sei milioni di perdita e non con circa tre, come si era creduto fino ad ora. Un buco che andrà ad aumentare il debito pregresso che si aggira su 50 milioni. "Dovremo risolvere anche il guaio dei 10 milioni presi impropriamente dal fondo di ricapitalizzazione – aggiunge Cutaia –, ma vedremo cosa ci dirà Roma. Intanto risolviamo un problema alla volta".

L’alternativa è pensare alla cassa integrazione dei dipendenti e chiudere il teatro, senza contare che al di là della richiesta serve poi che la “cassa“ venga concessa. Ecco allora il documento allarmato di Rsa e segreterie di Slc Cgil e Fistel Cisl, che hanno scritto: "La drammatica situazione del Maggio dimostra quanto fossero fondate le ragioni delle nostre denunce e delle proteste dei mesi passati. Ciò che il nostro Teatro non potrebbe sopportare sarebbe uno scarico di responsabilità da parte degli attori principali. Per questo rinnoviamo la richiesta di piena cooperazione tra ministero, Comune e Regione perché si condivida l’obiettivo comune di rimediare alla gestione passata e il Teatro possa ripartire con un progetto solido e di alto profilo. Il conto non può essere presentato ai lavoratori". "I sindacati del Maggio certificano il fallimento della gestione Pereira, voluto da Nardella - affermano i consiglieri di FdI, Draghi e Cellai –. Martedì ascolteremo in commissione controllo il commissario Cutaia, per fare chiarezza sulla situazione del nostro Teatro".

Olga Mugnaini

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