Maggio, ancora agitazione Ma la speranza cresce

Il ricorso alla cassa integrazione sembra sventato, ma i nervi restano tesi. Cgil e Cisl avvertono: "Pronti a mettere in atto ogni azione necessaria".

Maggio, ancora agitazione  Ma la speranza cresce
Maggio, ancora agitazione Ma la speranza cresce

La prima buona notizia per i dipendenti del Maggio è arrivata ieri con la mancata accensione della cassa integrazione. Uno spiraglio di luce in fondo al tunnel lungo 8 milioni di euro (tanti ne servirebbero per ripianare il bilancio 2023), che lascia sperare in un lieto fine: l’intervento del ministero della Cultura con 2 milioni di euro oltre ai 4 milioni messi a disposizione fra Palazzo Vecchio, Regione e altri soci. Per sbloccare i soldi del governo provenienti dal fondo per l’abbattimento del debito serve però l’ok dell’avvocatura generale dello Stato e della Corte dei Conti.

La situazione quindi, per ora, resta congelata. Intanto i dipendenti non mollano e, ieri dopo l’assemblea di Cgil e Cisl, hanno confermato il mantenimento dello stato di agitazione. "Pur tenendo conto – spiegano dai due sindacati – dei significativi passi in avanti, volti alla risoluzione dello stato di crisi, ma ancora in assenza di una soluzione definitiva, rinnova e conferma la permanenza dello stato di agitazione e con ciò la riserva di mettere in atto ogni azione necessaria alla tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del Maggio musicale fiorentino".

Nella nota si spiega che la decisione prende atto del "comunicato ministeriale del sottosegretario Mazzi in cui è stato dato conto dell’esito del tavolo ministeriale" e "dell’individuazione, seppure con necessità di perfezionamento, di una soluzione utile alla messa in sicurezza della Fondazione e a scongiurare la sospensione dell’attività del teatro, quindi la cassa integrazione per i suoi dipendenti". La Fials e la Uil, invece, hanno deciso di non indire uno sciopero per il concerto di giovedì "considerando questa eventualità solo un ulteriore danno al pubblico che anzi invita, in un momento così delicato, a stare ancor più vicino al suo teatri". Le sigle, anche queste riunite in assemblea, hanno discusso del confronto avuto con il commissario, durante il quale "ha confermato le parole del sottosegretario Mazzi del 6 luglio, ovvero che vi sia allo studio una soluzione che metta in sicurezza lo stato operativo della Fondazione, che scongiuri l’utilizzo della cassa integrazione per i suoi dipendenti".