
Luisa via Roma sposta i magazzini: "Rischio mattanza occupazionale"
"Una bomba sociale a orologeria". Definizione forte quella con cui Filt Cgil e UilTrasporti bollano la scelta di Luisa Via Roma di trasferire i propri magazzini dalle attuali sedi di Sesto, Calenzano e Campi a Barberino del Mugello. Spostamento che dovrebbe avvenire nell’arco di pochi mesi e che, secondo i sindacati, rappresenterebbe una vera e propria bomba, "pronta ad esplodere sulle teste dei lavoratori diretti (una trentina) e indiretti (130, negli appalti) che in questi anni, grazie al loro lavoro, hanno contribuito a far diventare Luisa Via Roma un’eccellenza del settore moda in Italia e non solo". I disagi per i lavoratori, costretti ad affrontare "ogni giorno quasi due ore di viaggio su strade inadeguate e mezzi pubblici carenti, per recarsi al nuovo stabilimento", sarebbero molteplici. Fra l’altro – proseguono Filt Cgil e UilTrasporti – tra i dipendenti interessati molti sono quelli part time e le donne che rappresentano l’assoluta maggioranza e dovrebbero sostenere ingenti spese per raggiungere il nuovo posto di lavoro o sarebbero messe nella condizione di scegliere tra mantenere una occupazione o curare la propria famiglia. Il tutto "a causa di una decisione unilaterale dettata soltanto da logiche legate al profitto che non tiene conto della responsabilità sociale della quale le aziende coinvolte devono farsi carico". Da qui la richiesta di Filt Cgil e UilTrasporti a Luisa Via Roma di fare un immediato dietrofront e di aprire un vero confronto con le rappresentanze dei lavoratori garantendo la continuità occupazionale nella Piana fiorentina: "Non possiamo rimanere inerti di fronte all’ operazione – annunciano i sindacati dicendosi pronti alla mobilitazione - il trasferimento a Barberino rischia di trasformarsi in una vera e propria ‘mattanza occupazionale’, una manovra inaccettabile che rischia di far sprofondare questi lavoratori e queste lavoratrici nella disperazione dato che la maggior parte di loro, anche alla luce dell’attuale organizzazione del lavoro che prevede una estrema flessibilità oraria, non potrà o non vorrà affrontare un simile sacrificio. Stiamo parlando di oltre cento posti di lavoro a rischio, in un territorio già duramente colpito dall’alluvione del 2023 e che non può permettersi di subire un ulteriore colpo inflitto alla comunità della Piana Fiorentina, comunità che vede ancora troppe famiglie fare i conti con ingenti disagi economici da sostenere dopo i drammatici fatti di Novembre".