
Lo strappo Renzi-Pd. La Sinistra gongola. Ma per i dem non tutto è perduto
"Il Pd sta giocando col fuoco. E ne è cosciente. Ci ha cercati, ha voluto riaprire un tavolo a Roma ma solo per dettare le sue condizioni. In fondo Matteo cosa ha chiesto? Solo il vice sindaco, niente più...". Queste affermazioni, che rimbalzano in casa Iv, danno il senso dello strappo che si è consumata con i dem. E per i falchi renziani lo stop alle trattative (almeno al momento) viene visto più come una benedizione che un male. Anche se in molti sono certi che la partita tra Italia Viva e la segretaria Elly Schlein sia tutt’altro che chiusa: "I prossimi dieci giorni saranno fondamentali per capire cosa accadrà a Firenze e anche nelle altre città dell’area metropolitana: Bagno a Ripoli e Scandicci (dove si faranno le primarie) , San Casciano, Lastra a Signa, Pontassieve, Figline e Borgo San Lorenzo. Mentre a Fiesole Iv è presente nella coalizione e a Calenzano, invece, andrà per i fatti propri, con una sua lista. ma non è escluso che la frattura romana possa avere un effetto domino sui vari Comuni al voto, con il Pd che potrebbe rischiare il ballottaggio ovunque. Per ora l’ordine che arriva direttamente dal leader di Italia Viva a tutta la sua squadra è quello di "tenersi pronti, prepararsi a correre da soli.
E la Leopolda, prevista dall’8 marzo, sarà il vero spartiacque". In casa dem incassano i fuochi d’artificio renziani ma cercano di tenere la barra dritta perchè nonostante le scintille la partita potrebbe non essere chiusa. Il fronte è compatto, filtra dai vertici Pd, non ci sono i falchi (Gianassi e Nardella, in verità quest’ultimo sembra aver fatto un passo di lato) e le colombe (Bruzzesi) di renziana suggestione. Anzi l’area riformista è da sempre quella più vicina a Iv. E i mesi di trattative con i renziani non appartengono a strategie di partito piuttosto alla reale volontà di allargare il fronte a cominciare dal segretario Emiliano Fossi. Anche se la strada adesso è ancora più in salita e non sarà facile uscire dall’impasse. Il nodo da sciogliere resta il ticket. Renzi ha chiesto un Funaro+Casini subito, anche probabilmente per avere un motivo per ritirare formalmente la candidatura di Stefania Saccardi. Il Pd invece vorrebbe la legittimazione delle urne anche per evitare di sfasciare la coalizione già costruita intorno a Sara Funaro (leggi Si).
E infatti, 24 ore dopo lo strappo, gli unici a gongolare, sono Sinistra Italiana - che definisce l’allontanamento dei renziani “un’ottima notizia” -, Azione, il cui leader Carlo Calenda dell’ex amico Matteo non vuole neanche sentirne parlare, e il centrodestra che da settimane si sta "godendo" lo spettacolo "della fratumazione del centrosinistra che litiga un giorno sì e l’altro pure". Ma che i rapporti tra Iv e Pd fossero arrivati a un punto di non ritorno, a sentire i maggiorenti del Partitone, sembra ne fossero a conoscenza anche la candidata sindaca Sara Funaro e il segretario regionale Emiliano Fossi. Tanto che martedì, in tarda serata, i telefonini dei vari rappresentanti del coordinamento hanno iniziato a squillare all’impazzata: “Ci è stato comunicato che con Renzi era andato tutto a monte. I pomi della discordia? La sua irricevibile richiesta di poltrone e il ticket del vice sindaco, nel futuro governo della città, con Francesco Casini, più le presidenze di un paio di municipalizzate”, rivela a denti stretti il coordinatore di uno dei partiti che appoggiano l’attuale assessora al Welfare.
Intanto, in altre regioni italiane il centrosinistra si presenta compatto e con l’appoggio di Iv all’interno. Un esempio è quello dell’Abruzzo, definito ’il nuovo laboratorio italiano per sconfiggere la destra’. Un laboratorio che però non piace per nulla a Sì che invece chiederà al coordinamento di ispirarsi a quanto sta accadendo in Sardegna: "Noi siamo per un campo largo con il Movimento 5 Stelle all’interno - afferma il segretario regionale Dario Danti - Il nostro faro è la Sardegna. Ma chiediamo ai dem di chiudere entro qualche giorno il perimetro della coalizione. La rottura consumata a Roma rinsalderà il centrosinistra fiorentino".