Licenziati in 10 via WhatsApp

Interrotto l’appalto in hotel, ditta di pulizie informa così i dipendenti

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Firenze, 20 aprile 2019 - LICENZIATI via Whatsapp. Capita purtroppo anche questo ai lavoratori meno tutelati. A denunciare l’incredibile episodio è la Filcams Cgil. Ieri l’altro, fa sapere il sindacato, dieci lavoratori e lavoratrici della Mt Pulizie, azienda titolare dell’appalto di pulizia camere, facchinaggio e servizio al bar all’hotel Monna Lisa, 4 stelle di Borgo Pinti, hanno appreso dal loro capo area di esser stati licenziati.

Poche parole sulla chat del gruppo Whatsapp che hanno gettato nello sconforto i dipendenti, che questa brutta sorpresa nell’uovo di Pasqua proprio non se l’aspettavano. La Mt Pulizie, racconta sempre la Cgil, era titolare almeno fino a ieri l’altro del contratto di appalto, rescisso «per cause ancora non ben chiare», dicono dal sindacato. La Filcams Cgil, a cui si sono subito rivolti i lavoratori (in maggioranza con contratti a tempo determinato, il resto a tempo indeterminato), contesterà il licenziamento tramite l’Ufficio vertenza della camera del lavoro, in quanto «presenta profili di illegittimità, sia nella forma (comunicazione avvenuta via Whatsapp) che nella sostanza (i licenziamenti sono dovuti alla disdetta dell’appalto? E nel caso, quali sarebbero le ragioni di tale disdetta?)». Inoltre, secondo i primi riscontri avuti dal sindacato, ci sarebbero pure anomalie nel trattamento economico e normativo dei lavoratori: ad esempio, le retribuzioni non sarebbero state corrette. Tutte cose da verificare. Non basta. La Filcams Cgil nella vertenza contesterà anche un’altra presunta irregolarità, cioè il fatto che i lavoratori di Mt Pulizie nell’hotel non avrebbero preso disposizioni da un dipendente dalla Mt Pulizie stessa, bensì dal personale di Monna Lisa. «Quella di cui parliamo è solo un’altra delle tante situazioni intollerabili che vivono i lavoratori dentro tanti hotel della città, anche di lusso - dice Maurizio Magi di Filcams -. Il sistema degli appalti fa sì che le persone siano usate e gettate a piacimento: il turismo fa fatturare molto ma alla qualità del lavoro degli addetti da questa ricchezza viene poco o nulla. Questo è inaccettabile; perciò continueremo a batterci e a farci sentire da controparti e istituzioni». La società che gestisce l’hotel racconta però tutta un’altra versione dei fatti: «L’85% dei dipendenti è stato riassorbito dalla nuova società. Abbiamo rescisso l’appalto con la vecchia per inadempienza contrattuale. La vecchia ditta non presentava i documenti attestanti la regolarità delle assunzioni e dei pagamenti, contributi compresi. La decisione è stata dunque presa anche per salvare le lavoratrici. La restante parte, a parte un paio di casi di lavoratori al momento privi di permesso di soggiorno, verrà riassorbita quanto prima. Quanto al licenziamento via Whatsapp, noi non ne sappiamo niente perché non si tratta di nostri dipendenti».

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