
Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"
Firenze, 2 dicembre 2015 - Caro direttore, stiamo assistendo con un certo sbigottimento al tormentone dell’elezione dei giudici costituzionali, in cui il parlamento è impegnato da tanto tempo. Non comprendo come possa ripetersi ogni volta una cosa del genere. Forse è il caso di inventarsi una soluzione.
Pierandrea Bichi, Pisa
CARO BICHI, i padri costituenti che hanno indicato le modalità di scelta dei giudici costituzionali, come a suo tempo quella dei membri del Csm, avrebbero dovuto mutuare gli usi della Chiesa cattolica, che se esiste da duemila anni evidentemente un motivo ci sarà. Ed è quello di chiudere a chiave i cardinali che eleggono il papa (da qui il termine «conclave» ossia «con chiave») fino a quando non viene prescelto un candidato. In altre parole, e fuori dallo scherzo (che poi tanto scherzo non è) i due rami del parlamento in seduta comune dovrebbero essere convocati a oltranza, notte e giorno, sabato e domenica compresi, fino a nomina avvenuta. Sono sicuro che entro una settimana la pratica sarebbe conclusa.