
Le regole del campione "La strada non è la pista Ai miei ragazzi insegno a non sfidare i limiti"
di Riccardo Galli
Lorenzo Alfonsi ci ha trascorso e ci trascorre le sue giornate in sella a una moto. Pilota con un’esperienza a cinque stelle (campione d’Europa nel Superstock e presenze importanti nel Mondiale Superbike), ora Lorenzo è coach ufficiale Yamaha e di fatto insegna e segue la crescita dei giovani piloti impegnati nell’campionato europeo 300.
"Amo la moto, amo correre e sentire le emozioni, uniche, che sanno darti le due ruote. Ma bisogna stare attenti. Perché le moto non sono giocattoli e sono strumenti pericolosi".
Troppi incidenti e troppi morti: Alfonsi, da pilota, nessuno sembra seguire il manuale del motociclista perfetto. Perché?
"Il manuale non esiste, bisogna essere obiettivi. Ma esistono tante buone, piccole e decisive regole che chi ama la moto dovrebbe rispettare sempre".
Tipo?
"L’abbigliamento. Stivali, paraschiena, guanti. Per girare in moto chiunque dovrebbe, anzi deve vestirsi così. Sì, proprio come farebbe se dovesse girare in pista. L’abbigliamento giusto ti aiuta sempre, perché in moto anche una scivolata a 40 all’ora può farti male".
Accendiamo la moto, indossiamo il look giusto, abbigliamento e accessori adeguati, e poi?
"Poi la prudenza. Sempre. Una distanza minima da chi ti precede non la si può trascurare. Almeno una ventina di metri… Lo so, noi motociclisti amiamo girare in gruppo, ed essere in buona compagnia può portarti ad allentare un po’ la concentrazione, ma è un errore".
Prudenza significa anche guidare con uno stile… stradale?
"Assolutamente. Fare una piega per affrontare una curva può portarti su una traiettoria che si allarga sull’altra corsia e questo è un rischio terribile. Come sbagliato è cercare di staccare tardi. No, ragazzi, per fare certe cose è bene andare in pista, prendersi una giornata su un circuito ed è lì che si potranno usare anche le ‘saponette’ che coprono il ginocchio per cercare l’asfalto in piega".
Alfonsi, da coach Yamaha, ai suoi ragazzi quindi insegna a vincere e ad essere prudenti?
"Dico loro che non bisogna mai andare oltre il limite e che anche in un sorpasso all’ultima curva di una gara bisogna ricordarsi che è giusto provarci, ma senza scavalcare il rischio".
Figuriamoci in strada…
"Esatto. In strada ci sono anche altre variabili che poi possono compromettere il tuo viaggio. In strada ci sono detriti, ci sono, lo vedo spesso, macchie di gasolio, ci sono gli altri. E quindi andare in moto significa tenere conto di tutto questo, con scrupolo e cautela. Altrimenti si rischia grosso".
Sincero: ma verrà anche a lei voglia di ‘tirare’ un po’ i giri, magari in un tratto particolarmente invitante, o no?
"Sincero: chi ama la moto come fa a non avere questa tentazione? Ma non facciamolo. E’ meglio. Per questo, ribadisco, ci sono gli autodromi, le piste. E la strada non è una pista".