Lavori a rischio con le ditte in crisi Per i cittadini il bonus è un calvario

Attese, ritardi, aumenti anche con preventivi già fatti. Il pericolo di conteziosi per i prezzi che lievitano. Se le aziende sono in pericolo, chi ha deciso di fare i lavori in casa è costretto a ridimensionare le richieste

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di Ilaria Ulivelli

L’edilizia rischia il collasso. E rischiano i cittadini che hanno avviato percorsi di ristrutturazione con superbonus 110%, ecobonus 65% (sostituzione generatori, caldaie, condizionatori), bonus edilizia tradizionale 50% e bonus facciate 60%. Si voleva far ripartire l’edilizia, ci si era riusciti. Ma ora siamo davanti a un possibile crack. Si rischia che i lavori non vengano terminati, che i materiali ordinati non arrivino nei tempi prestabiliti. E non solo. "Ci saranno contenziosi legali", mette sull’avviso il responsabile dell’Impiantistica di Cna Firenze, Paolo Pagliarani. "Perché se non sono conclusi i lavori a scadenza dell’agevolazione, viene meno il contributo da parte dello Stato". E chi paga?

"Mancano manovali, muratori ma non si trovano nemmeno professionisti: dai geometri agli ingegneri", spiega il segretario generale di Confartigianato Imprese Firenze, Jacopo Ferretti. Ma questo è soltanto uno dei problemi. Il rincaro delle materie prime, anche del 100 e del 200%, come per i cappotti termici e per il ferro. Poi il boom di richieste che ha determinato una carenza sul mercato di materiali dell’intero comparto, dagli infissi ai termosifoni e di conseguenza un ulteriore aumento dei costi. "Il rincaro dei costi è tale che le ditte rischiano di lasciare i lavori a metà se non il fallimento", spiega Ferretti.

Ma cosa rischiano i cittadini? "Di trovarsi a lavori iniziati senza vedere la fine. La situazione è preoccupante perché le aziende in molti casi si trovano obbligate a ritrattare preventivi emessi perché non sono più attuali anche a distanza di due o tre mesi", incalza Ferretti.

Anche il sindaco Dario Nardella è preoccupato. "Il problema delle materie prime e dell’aumento dei costi dell’energia purtroppo investe non solo il settore degli appalti pubblici ma anche il settore dell’edilizia privata – dice – E’ un tema che abbiamo discusso come sindaci anche con il governo e sul quale ci auguriamo che possano arrivare ulteriori misure di mitigazione per mantenere integra l’efficacia di misure di sostegno all’edilizia come il superbonus 110%".

Le aziende sono in difficoltà estrema: nell’area della città metropolitana di Firenze ce ne sono quasi 15mila, il 68% delle quali artigiane. Il settore è bloccato. Costretto a pagare lo scotto della stretta, imposta per legge, a sconto in fattura e cessione del credito applicati ai bonus edilizi. Cna stima, in modo prudenziale, sulla base di un’indagine che ha coinvolto 50 imprese dei comparti edilizia, installazione e serramenti, che in tutta la città ci siano oltre 500 imprese con più di 100 milioni di euro bloccati nei cassetti fiscali. "Se il bonus nel cassetto fiscale non può essere ceduto a un soggetto finanziario per rendere liquido il credito e sostenere le spese non ha senso – incalza Giuseppe Gennaro, presidente di Cna Costruzioni Firenze – Su queste certezze che abbiamo firmato contratti con la clientela, prenotato materiali, reclutato manodopera e svolto i lavori, anticipando di tasca nostra gli incentivi fiscali riconosciuti dallo Stato. Adesso si blocca tutto".

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