L’antico fascino dell’agricoltura. A 73 anni un nuovo lavoro in vigna

La storia di Giuliano Mori, macellaio di Barberino che dopo 4 decenni ha appeso i coltelli ed acceso il trattore

L’antico fascino dell’agricoltura. A 73 anni un nuovo lavoro in vigna

L’antico fascino dell’agricoltura. A 73 anni un nuovo lavoro in vigna

Fare l’agricoltore è un mestiere millenario che ancora affascina. Non soltanto chi non vive in una grande città e sente il bisogno della campagna. Ma anche chi a contatto con la natura ci vive e il verde l’ha a portata di sguardo fuori dalla finestra di casa. Come Giuliano Mori 73 anni di Barberino Tavarnelle. Una vita passata a fare il macellaio, prima con il babbo di casa in casa come norcino, poi come dipendente della macelleria Carlo Morandi in via Naldini a Tavarnelle. Ma dopo 37 anni di contributi, una volta appesi coltelli e ganci al chiodo per andare in pensione, ha acceso il trattore e ha iniziato a dedicarsi a tempo pieno alla vigna e agli olivi. "Mio babbo era norcino, e io a 14 anni già facevo il suo mestiere", spiega Mori alla Nazione. "Sarei potuto andare a lavorare in fabbrica, negli anni Sessanta di venivano a cercare a casa per offrirti un lavoro. Ma non mi piaceva. E allora passato l’arte del norcino a mio cugino e sono andato in macelleria". Ma la passione per l’agricoltura scorre nelle vene di Mori. "Mi è sempre piaciuto e ho sempre aiutato mio babbo che aveva un podere, mandavo io il trattore, ramavo. Poi però, il lavoro, il matrimonio, l’arrivo della figlia, la passione per la caccia mi hanno fatto avere meno tempo a disposizione per fare l’agricoltore". Ma quando è arrivata la pensione, è tornato anche il tempo. "Ho preso in affitto il terreno di mio suocero che me lo sentivo anche un po’ mio, c’è un legame affettivo perché quando lo comprò lo disse prima a sua figlia e a me che ai sui fratelli. Ora sono quasi 20 anni che lo lavoro: è un divertimento perché di guadagno ce n’è poco, tra spese, prodotti, meccanico a fare mille euro non ci vuole nulla". Mori ha reimpiantato una nuova vigna "che più di un ettaro e ho messo Sangiovese, Colorino, Canaiolo e uva bianca, insomma i vitigni della tradizione del Chianti. Ma non vinifico, l’uva la porto alla cantina sociale alle Fornacette mentre il vino lo faccio soltanto per me. Poi ho 330 piante di olivo e un altro po’ di terreno vicino a Marcialla dove abito". Secondo Coldiretti Toscana ci sono quasi 7 mila imprenditori agricoli over 65 che continuano a gestire una impresa agricola anche dopo la pensione. Tra di loro c’è l’imprenditore agricolo professionale, ma anche chi lo è diventato solo dopo aver archiviato la precedente professione. La campagna è un antidoto contro la vecchiaia.

Andrea Settefonti

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