
La zona di viale Belfiore allagata (Marco Mori / New Press Photo)
Firenze, 29 dicembre 2017 - Un maxi hotel per studenti da 670 camere, parcheggi, appartamenti e negozi. Tutto entro fine 2020? Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Anzi un lago, quello di viale Belfiore: lo specchio d’acqua che da questa estate ha invaso gli oltre 2 ettari di cratere dove un tempo sorgeva la filiale Fiat tra viale Belfiore e via Marcello.
Dietro quel mare monstrum c’è la falda acquifera che scorre nella pancia dell’area: in pratica a 5 metri dal piano di campagna. Mentre escavatori e ruspe dal 2006, ai tempi del progetto di recupero dell’ex area Fiat firmato Btp prima del crac, hanno scavato per una decina di metri in profondità. Il risultato: acqua della falda che sgorga in superficie e un mostro d’acqua che perennemente allaga il cratere. Tanto che la direzione Urbanistica di Palazzo Vecchio, nei giorni scorsi ha fatto partire una sanzione alla proprietà.
Il motivo: il mancato rispetto del regolamento edilizio per quanto riguarda la tenuta del cantiere. Ma è cambiato poco. Anche perché svuotare il lago non è un’impresa da poco e i nuovi proprietari c’entrano poco. A tenere a bada la fuoriuscita fino a maggio ci aveva pensato il sistema di pompaggio che riversava l’acqua nelle fogne.
Almeno finché l’area è stata gestita dal liquidatore della Btp che nel 2002, prima del crac, aveva acquistato l’ex area Fiat per realizzarvi l’hotel di lusso firmato dall’archistar Jean Nouvel.
Poi, a luglio, è arrivato l’acquisto del gruppo olandese Tsh (The Student Hotel), partecipata da una società di gestione del risparmio anglosassone (Pwp) e da un fondo pensione tedesco (Apg), per 28,2 milioni di euro. Il piano della società fondata da Charlie MacGregor: tirare su nella voragine uno Student Hotel (quasi gemello a quello dell’ex palazzo Ferrovie di viale Lavagnini) entro il 2020.
Ma ora il colosso deve fare i conti con il lago Belfiore. La società ce la sta mettendo tutta ma la pompa ancora non si è accesa. «Stiamo lavorando a stretto contatto con la città – spiegano da Tsh - e le autorità idriche per garantire che l’acqua venga pompata in modo ordianto e in conformità con le capacità del sistema della città».
Anche sul fronte sicurezza sarebbe tutto in regola. «Il sito – aggiungono – è stato controllato dai nostri esperti Sinter & Field ed è stato trovato sicuro». Ma al prosciugamento quanto mancherebbe? Il problema potrebbe essere tutto di natura burocratica: a mancare un permesso che impedisce di risucchiare l’acqua.
«Una volta che avremo tutti i permessi necessari - dicono ancora - desideriamo iniziare i lavori il prima possibile: presenteremo le nostre revisioni al vecchio piano, all’inzio del nuovo anno». La situazione viene monitorata da Palazzo Vecchio.
«Abbiamo avuto contatti con la proprietà - spiega l’assessore all’Urbanistica, Giovanni Bettarini - e ci è stata fatta la promessa di arrivare a una risoluzione della situazione in tempi brevi». La tabella di marcia: rilasciare agli olandesi il permesso di costruire il prima possibile. «Almeno - dice - entro la prossima estate».
La staffetta tramvia-hotel, in pratica è annunciata: dopo la messa in esercizio del tram che sfila a 200 metri dal cantiere dell’ex area Fiat, potrebbe arrivare il via libera alle ruspe. Ma la preoccupazione dei residenti resta. Intorno allo specchio d’acqua infatti è nato un piccolo ecosistema con tanto di aironi cenerini, martin pescatori, canne e zanzare. Ma a far paura più che quello d’acqua è il paludone di burocrazia. E più ancora il rischio che, dentro, resti impantanato il sogno di rinascita di tutta l’area.