SANDRA NISTRI
Cronaca

L’acquisto del castello sotto la lente. La Corte: "Nessun danno erariale"

Respinte le accuse della Procura regionale per l’ex sindaco e la sua giunta. Spese legali per il Comune

Una delle tante attività organizzate al castello di Calenzano finito sotto i riflettori per un presunto danno erariale (foto archivio)

Una delle tante attività organizzate al castello di Calenzano finito sotto i riflettori per un presunto danno erariale (foto archivio)

La Corte dei Conti ha respinto la domanda proposta dalla Procura regionale della Toscana che prefigurava un possibile danno erariale legato all’acquisto del Castello di Calenzano compiuto dalla precedente amministrazione. In particolare, il giudizio era stato instaurato, con atto di citazione depositato nell’ottobre scorso, nei confronti dell’ex sindaco Riccardo Prestini e di tutti gli assessori della sua giunta, di Roberto Renzi all’epoca amministratore unico della Calenzano Comune srl, e di Filippo Bianchi suo successore nello stesso incarico.

Tre, in particolare, le distinte fattispecie di danno erariale contestate dalla Procura: la prima, che già aveva suscitato diverse polemiche al momento dei fatti, a carico dell’ex sindaco e dei componenti della giunta, riguardava i canoni di affitto corrisposti dalla società in house Calenzano Comune Srl alla allora proprietà del castello nel periodo aprile 2022 - dicembre 2023 per oltre 230mila euro "in relazione alla data di perfezionamento del contratto d’acquisto definitivo da parte del Comune del castello". La proprietà aveva richiesto infatti una dilazione di sei mesi nella stipula del contratto accettando un ribasso del canone di locazione: in questo periodo, però, il Comune stava già pagando anche il mutuo, venticinquennale, acceso con l’Istituto per il Credito sportivo.

Secondo la Corte dei Conti, però, la censura sarebbe infondata "per l’insussistenza del profilo di colpa grave nella condotta" delle persone citate in giudizio anche perché "le tempistiche di perfezionamento della compravendita non potevano prescindere dal consenso della controparte privata".

L’eventuale ricorso alla procedura di esproprio per pubblica utilità poi "difficilmente avrebbe consentito al Comune di Calenzano di conseguire la proprietà del Castello in tempi più rapidi". Gli altri due possibili danni erariali contestati dalla Procura, stavolta a carico degli amministratori della Calenzano Comune srl, riguardavano invece due perizie: quella di stima del Castello di Calenzano, dell’importo di poco più di 7800 euro, pagata a un architetto ma poi mai utilizzata in concreto e il corrispettivo versato a uno studio legale per un parere per la procedura d’acquisto del Castello ma, anche in questi casi, le censure sono state ritenute infondate. Le spese legali sono state poste a carico del Comune di Calenzano, ovvero di tutti i convenuti in giudizio.