DILEONARDO BARTOLETTI
Cronaca

La Torre dell’orologio all’antico splendore

Il monumento simbolo di Pontassieve è stato completamente restaurato. Oggi l’inaugurazione alla presenza del governatore Giani

di Leonardo Bartoletti

Visitare il centro storico e ammirarlo dall’alto, dalla sommità della antica Porta Aretina delle antiche mura di Pontassieve. La Porta – o la Torre dell’Orologio – come la chiamano i pontassievesi, è tornata, infatti, visitabile grazie a un imponente intervento di manutenzione straordinaria effettuato dall’amministrazione e reso possibile grazie al cofinanziamento del Bando Regionale Città Murate 2021.

Dopo l’inaugurazione, in programma questa mattina alla presenza del Presidente della Regione Eugenio Giani e del sindaco di Pontassieve Monica Marini, l’amministrazione comunale ha organizzato alcuni tour gratuiti del centro storico, con visita alla Torre, in compagnia di una guida professionista. Sarà possibile, così, conoscere uno dei luoghi simbolo del nostro territorio e scoprire storia e curiosità del centro storico. Le visite saranno esclusivamente su prenotazione, effettuate nelle giornate di domani scegliendo tra gli orari 15.30 o 17 oppure, per venerdì 27 maggio, scegliendo tra 15.30, 16.45 oppure 18. Ogni visita sarà riservata a un massimo di dodici partecipanti, per una durata di circa un’ora. Per prenotare è necessario scrivere una mail a [email protected] o telefonare alla Biblioteca Comunale allo 055-8360255 entro il giorno precedente la visita, indicando nominativi e orario scelto, e attendere la conferma della disponibilità.

La Porta Aretina dal Borgo di Pontassieve conduce al Castello, dove si trova il Palazzo Comunale. Realizzata in pietra ed alta 24 metri, è l’unica delle quattro porte della cinta muraria di Castel Sant’Angelo - l’antica Pontassieve - a conservare l’aspetto originario, risalente alla seconda metà del ‘300. La caratteristica della Porta è il suo piano più alto, un terrazzo da cui si gode una splendida vista sulla vallata, a cui si accede da una scala in muratura – che si è mantenuta probabilmente nel suo stato originario – e che ospita i meccanismi dell’orologio che, dai primi anni del ‘600 regala il proprio nome alla torre.