REDAZIONE FIRENZE

La strana storia di ’Manola’ E delle gemelle

Firmata dalla Mazzantini una messa in scena con la coppia Brilli-Noschese

La storia di due gemelle in contrasto tra loro, nello stesso emisfero emotivo. Anemone, sensuale e irriverente, che aderisce alla vita con entusiasmo, e il suo opposto Ortensia, irsuta e rabbiosa è in cerca di rivincita. Si intitola "Manola" lo spettacolo andato in scena l’ultimo dell’anno al Teatro Verdi di Firenze. Protagoniste Nancy Brilli e Chiara Noschese in un teatro accogliente anche e non pieno. Il testo è scritto da Margareth Mazzantini che all’epoca era pure una delle due protagoniste. Diciamo che sulla carta la storia è questa. Ma la resa sul palcoscenico non è esattamente una commedia così chiara perchè il gioco scenico di rivolgersi alla stessa terapeuta invisibile, svuotando il serbatoio di amore e odio non arriva a rendere l’idea. Soprattutto per i dialoghi e i concetti espressi che vengono superati dai fatti a cui assistiamo. Tra forzature di parole brutte, usate senza che tolgano nè aggiungano niente a uno spettacolo che non si sa dove voglia arrivare. Di sicuro c’era l’intento di far sorridere o ridere, ma causa scrittura poco efficace, anche il regista, che è un signor regista come Leo Muscato, penso non abbia potuto fare più di tanto. Come le due attrici: la Noschese sa usare – dono di famiglia? – diversi toni e immedesimarsi in vari ruoli. Brili all’inizio forse un po’ stridula ma brava, si riprende bene nella parte più drammatica. Direi inutilmente drammatica: e niente c’entra la quarta parete dello spettacolo, evocata dal testo. O se c’entrava non è stata proprio capita. Applausi tiepidi.

Titti Giuliani Foti