
Massime fino a 40 gradi previste per martedì e un mini treno di giorni bollenti che rischiano di investire chi è obbligato a lavorare all’aperto. Gli occhi sul bollettino meteo li ha puntati la Cgil che ieri ha lanciato l’allarme per il rischio di malori in cantieri e fabbriche. "Siamo arrabbiati – spiega il segretario generale della Fillea Cgil, Marco Carletti – per la situazione che quotidianamente troviamo nei cantieri e nelle fabbriche del settore delle costruzioni a Firenze. Le temperature all’aperto superano i 38 gradi centigradi e nei capannoni industriali superano i 40 gradi, e quasi nessuna azienda ha provveduto ad organizzare zone di raffreddamento, pause di 10 minuti ogni ora, punti di distribuzione di acqua fresca".
Nel mirino del sindacato c’è il rischio di aggiramento delle norme sulle precauzioni contro i colpi di calore. "Possibile – dicono – che di questa situazione ce ne accorgiamo solo noi? Solo noi andiamo nei cantieri e negli opifici? Facciamo appello a Asl e ispettorato del lavoro: possibile non riescano a vedere nulla di tutto questo?".
Carletti chiede più attenzione. "Siamo stanchi – dice – ma non rassegnati al degrado civile che avvertiamo verso le condizioni di chi si alza la mattina prima dell’alba e che, per un salario che non riesce a recuperare l’aumento del costo della vita, correndo il concreto rischio di perderla, lavora per costruire le nostre case, le nostre strade e i nostri ospedali e scuole. Pretendiamo rispetto per chi suda lavorando". In campo anche l’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Firenze, Pietro Dattolo. La richiesta: rispettare le regole minime per mantenersi in salute, a casa come sui luoghi di lavoro.
"In questi giorni di caldo torrido – spiega Dattolo – è fondamentale seguire le buone norme di salute, a cominciare da un’idratazione frequente, e soprattutto rimanere in contatto con i propri cari, specie le persone più fragili e anziani. Non vanno lasciati soli. Gli effetti sul nostro corpo di temperature elevate e costanti, come quelle che stiamo vivendo, possono avere conseguenze molto negative sull’organismo ed è importante prestare attenzione". Un monito che, per il presidente, riguarda non so chi è al lavoro, ma chiunque si trovi esposto al caldo, anche in vacanza e non può stare vicino ai propri cari più anziani.
"Le famiglie – aggiunge ancora – è necessario che restino aggiornate sulle condizioni delle persone più anziane, monitorino il loro stato di salute e di coscienza, le invitino ad assumere liquidi ogni ora anche quando non ne percepiscono il bisogno e a seguire comportamenti responsabili". I comandamenti sono sempre quelli, ma vanno rispettati: indossare abiti leggeri e non aderenti, non assumere alcolici, mangiare verdure e frutta fresca, evitare sforzi fisici e di uscire nelle ore più calde, fare bagni e docce con acqua tiepida. "Un appello alla responsabilità va anche ai più giovani – conclude – i neo lavoratori, che possono per inesperienza sottostimare i rischi dell’afa e delle temperature elevate. Soprattutto chi lavora all’aperto deve essere prudente: non abbia paura di chiedere momenti di pausa ai propri datori, si ricordi sempre di bere acqua fresca con continuità per evitare disidratazione e, per quanto possibile, evitare affaticamenti eccessivi nel cuore della giornata".