REDAZIONE FIRENZE

La lettera R come rivelazione

La lettura di un bel romanzo è un'esperienza appagante e piacevole, che offre rivelazioni su noi stessi e sul mondo che ci circonda. La scrittura è un potente Virgilio che ci accompagna in un viaggio di conoscenza e di condivisione.

Come mai leggere un bel romanzo è così bello e piacevole, appagante, emozionante? È difficile dare una risposta esaustiva, ma certamente uno dei motivi può essere questo: la letteratura è formata anche da piccole e continue rivelazioni, è una luce che permette di vedere le zone buie, o che meglio illumina qualcosa che già conosciamo. Attraverso altri occhi, che traguardano il mondo e l’uomo da un’angolazione diversa della nostra, possiamo vedere più da vicino e con più attenzione quello che ci circonda e ciò che si muove dentro il nostro animo. A volte questo cammino comporta anche sofferenza, ma la bellezza della conoscenza ingloba e fagocita quella sofferenza, annullandone in parte l’effetto, e rendendola "piacevole". Non di rado sentiamo dire di un libro: "è bellissimo, mi ha fatto tanto soffrire", perché il piacere di conoscere è superiore a ogni altra cosa, riesce a lenire le ferite. Dunque possiamo dire (e ripetere), che la lettura (e a maggior ragione la scrittura) è un cammino di conoscenza, che nutre una delle attitudini umane più profonde e istintive, appunto il desiderio di conoscere. Ma è anche la bellezza e il piacere della "comunanza", della condivisione. Quando raccontiamo una storia vogliamo arrivare all’animo degli altri, e siamo contenti di riuscire a suscitare emozioni, di condividere i nostri sentimenti, la nostra "compassione", le nostre scoperte. Al tempo stesso indaghiamo il nostro animo, scendiamo l’infinita scala a chiocciola della scrittura, che si inabissa dentro noi stessi, e con la torcia della parola esploriamo meandri che senza la scrittura non potremmo raggiungere, perché la parola scritta è un potente Virgilio capace di accompagnarci all’Inferno, in Purgatorio e in Paradiso. E durante quel viaggio avremo a che fare con continue e sorprendenti rivelazioni, a volte addirittura notevoli e capaci di cambiarci, ma la maggior parte delle volte più o meno piccole, addirittura minuscole, frammenti di conoscenza che rendono la scrittura appassionante, divertente, ma anche piacevolmente dolorosa. Dunque la "rivelazione", la bellezza e il piacere di togliere il velo a certe regioni sotterranee dell’uomo, è una delle maggiori spinte della scrittura romanzesca.