La Fontana malata e altre poesie

Ugo De Vita propone le liriche di Palazzeschi martedì e mercoledì al saloncino intitolato a Paolo Poli

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"Muoiono i poeti ma non muore la poesia perché la poesia è infinita come la vita". Parole tratte da ’Congedo’, parole di Aldo Palazzeschi (Firenze, 1985-Roma, 1974). A questa e ad altre liriche, nell’ambito della Rassegna “Per amor dei poeti”, sarà dedicato il recital che porterà in prima nazionale Ugo De Vita, al Saloncino ’Paolo Poli’ martedì 17 e mercoledì 18. ’La Fontana malata e altre poesie’, è titolo del lavoro, il cui testo propone una scelta di poesie e prose dello scrittore. Palazzeschi fu poeta capace con le sue raccolte, di ’rovesciare’ il Novecento italiano. Scrisse versi ’incendiari’ nel periodo futurista, liriche irriverenti e musicali ma fu anche novelliere di ilarità, ironia e accenti ’cupi’ di suggestione decadente. Era uomo non solo di lettere, ma intenditore di arte e musica, collezionista di dipinti pregevoli nel suo attico a Roma.

"Sue città furono: Firenze, luogo dell’anima e dell’infanzia dorata, nella casa di Lungarno Guicciardini, - dice Ugo De Vita - poi Venezia, più ancora di Parigi, ed infine dal 1948, Roma, dove acquistò abitazione lussuosa, che era stata proprietà del famoso Marchese Capranica del Grillo". Il giovane De Vita fu introdotto al ricordo del poeta, le abitudini, l’aneddotica, da coloro che gli furono amici.

"Si, a parlarmene furono colleghi illustri, Lucia Poli e poi Elio Pandolfi, con cui facemmo uno spettacolo, e soprattutto lo scrittore e attore di Fellini, Domenico Pertica. Una figura illustre a cui il Campidoglio ha intestato recentemente un giardino – De Vita si commuove ricordando l’amico –. Era un attore assolutamente straordinario, Domenico, Fellini stravedeva per lui".

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