
La Firenze dell’azzardo. Slot, buio, zero orologi: "Sono spazi studiati per alienare i clienti"
Le slot machine fiorentine dovrebbero essere spente da regolamento comunale dalle 13 alle 19 negli esercizi autorizzati, mentre nelle sale giochi dalle 18 alle 24 di tutti i giorni compreso i festivi, pena una sanzione di 50 euro e in caso di reiterazione sospensione di tre giorni dell’accensione degli apparecchi. Il condizionale è d’obbligo e alle 13,30 inizia il nostro giro nei locali per entrare nel mondo di chi passa ore sulle slot.
Il primo è una sala scommesse in zona centrale, ha le macchine spente. Si presenterà come il più ’innocente’ degli ambienti che vedremo: spartano, ma ben illuminato dal sole, dentro otto uomini che giocano le schedine sportive. Sei sono di mezza età, colpisce un giovanissimo con lo zaino, forse uno studente di qualche vicina facoltà.
Poi c’è un’anziano trasandato a sedere, più che un giocatore pare un senzatetto entrato a cercare tepore in una giornata tersa, ma di tramontana gelida.
Ci spostiamo in un’altra sala scommesse molto più grande vicina. Qui l’ambiente è completamente diverso, ostenta lusso. Da fuori non si riesce a vedere niente, dentro un’ampia agenzia e una ventina di clienti. Alcuni sono impiegati di zona che approfittano solo della cucina del ristoro interno che appare appetitosa e a buon prezzo. I più invece stanno giocando agli sportelli delle scommesse. Poi ci sono due salette per le slot. Nella prima appena entrati, sono accese, ma nessuno ci gioca. Nella sala più grande invece tra i filari delle macchine ci sono clienti che giocano meccanicamente, in silenzio, l’unico suono quello dei giochi. Su quattro, due sono stranieri, c’è anche una donna orientale che preme in maniera veloce, rabiosa. L’ambiente è buio, alienante.
Usciamo, per la terza prova andiamo alla volta della periferia sud della città. Questa è una sala slot vera e propria. Dentro una dozzina di persone, praticamente solo stranieri. Qui l’ambiente è ancora più alienante, quasi buio, nessun orologio alle pareti, solo ogni tanto il suono delle monete. Tutto è progettato per alienare il giocatore, farlo sentire coccolato in un ambiente soporifero fuori dallo spazio-tempo.
"Fa parte della strategia di marketing dell’azienda – ci confida il dipendente di un’altra sala, che vuole rimanere anonimo per ovvie motivazioni aziendali – Studiato per non acorgerti che sono passate ore. Anche se il cellulare è in mano di continuo ormai e il trucco psicologico non è così efficace. Ciò che è peggio è che lo usano per giocare online appena si spengono. Quello sì che è un mondo senza regole e infido, leva quel poco di buono che c’è nelle sale, per esempio la dimensione conviviale di un locale, e ti estranea completamente. Inoltre puoi avere contemporaneamente più conti online in più agenzie virtuali e bruciare capitali in pochissimo tempo, da solo a casa senza che nessuno ti controlli. Il web fa aggirare tutti i regolamenti, in più sono tutte aziende estere e quindi producono fuga di capitali. Lì si dovrebbe intervenire con incisività".
Le fasce orarie di chiusura? "Solo peggiorative così – ci spiega – E’ proprio di notte che arrivano le peggiori persone. Finché ci sono le partite, nelle sale scommesse almeno, ci sono persone normali che vengono per Sky, gruppetti di amici, persino coppie. Quando finiscono rimangono i balordi, chi non ha un posto dove andare, soggetti ai margini che mettono a rischio anche noi lavoratori per litigi e rapine. La notte poi non hai impegni, quindi rimani ore, finendo molti più soldi. E comunque multe e sospensioni sono solo una tangente di fatto, perché se ci chiudi per tre giorni ma ci capita solo una volta l’anno per i pochi controlli, il guadagno che abbiamo contravvenendo il regolamento è molto superiore".