‘La finta semplice’ Un Mozart bambino di difficile comprensione

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E’ senz’altro apprezzabile l’aver fatto ascoltare per la prima volta nelle stagioni del Maggio ‘La finta semplice’ di Mozart e ancor di più averne affidata l’esecuzione a una compagnia di giovani. Meno condivisibile la scelta di proporla in un’edizione pesantemente alterata da tagli scriteriati che in molti casi rendevano difficile cogliere la miracolosa padronanza dimostrata da un ragazzo di 12 anni nei confronti delle forme della tradizione comica italiana. A complicare la comprensione dell’opera ha provveduto anche lo spettacolo di Claudia Blersch, con le elementari scene e i costumi ideati dagli studenti della Nuova Accademia di Belle Arti, che mescolava antico e moderno puntando solo a garantire una generica vivacità attraverso il riempitivo di effetti accessori e controscene mimiche, fra le quali un bravissimo bambino nei panni del piccolo Mozart.

Né a valorizzare le occasionali sorprese riservate dalla musica offriva un contributo di rilievo la direzione piatta e monotona di Theodor Guschlbauer che si è limitata a ottenere una resa ordinata dall’Orchestra del Maggio. Un contesto insomma poco indicato a valorizzare le pur notevoli risorse dei giovani interpreti. Accanto alla protagonista Benedetta Torre (foto), che ha confermato le doti di eleganza e freschezza, grande impegno scenico e buon controllo vocale hanno dimostrato i giovani cantanti allevati nell’Accademia del Maggio, il colorito Eduardo Martinez Flores (Don Cassandro) e il vivace Lorenzo Martelli (Don Polidoro), la corposa Giacinta di Xenia Tziouvaras e la deliziosa Ninetta di Rosalìa Cid, Luca Bernard (Fracasso) e Davide Piva (Simone). Tutti premiati dagli applausi del Teatro Goldoni.

Giuseppe Rossi

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