
Biancastella
Antonino
Evelina Cattermole, che si firmava con lo pseudonimo Contessa Lara, è stata una scrittrice e poetessa appartenente alla schiera di intellettuali che nella seconda metà dell’‘800 furono definiti "decadenti", ma è stata anche in Italia la prima giornalista professionista, perché dalle sue collaborazioni con tanti periodici traeva di che vivere. Autrice eclettica, scriveva anche novelle, poesie, libri per l’infanzia e romanzi, densi di storie d’amore e di dolore, di adulteri e duelli e la sua vita stessa può essere definita un romanzo, finito purtroppo tragicamente. Evelina nasce a Firenze nel 1849 da padre scozzese e madre italo-russa, apprezzata pianista. Vive la fanciullezza in un ambiente colto, scrive versi fin da bambina e nel 1867 esce la sua prima raccolta di poesie dedicate alla madre morta. Il libro ha successo ed Evelina frequenta i salotti fiorentini di Emilia Peruzzi, dei principi Poniatowski e di Beatrice Oliva, di cui sposa il figlio Francesco, un giovane ufficiale con cui si stabilisce a Milano. Ma il matrimonio è un fallimento e finisce quando il suo amante muore colpito da suo marito in duello. Questo episodio segna profondamente la vita della scrittrice che, ripudiata, torna a Firenze, ma, rimasta sola e in grandi difficoltà economiche, per mantenersi offre la sua collaborazione al Corriere della sera, appena nato: siamo nel 1876 e la sua prima rubrica, "La moda" avrà grande seguito. Nel 1881 collabora col nuovo quotidiano "Fieramosca" e con "Nabab", per approdare poi nel 1883 alla "Cronaca Bizantina" di Angelo Sommaruga che per lei crea il personaggio e lo pseudonimo di Contessa Lara e ne pubblica una nuova raccolta poetica. Evelina è ora scrittrice e giornalista di successo, i periodici si contendono le sue rubriche di varia umanità che hanno rivoluzionato il costume e la comunicazione fra il giornale e le sue lettrici, ma la sua vita sentimentale continua ad essere burrascosa e l’ultimo amante, lo squattrinato pittore Pierantoni, durante un litigio per motivi economici, la ferisce a morte con un colpo di pistola. Ma lei riesce a confidare agli amici i veri motivi dell’omicidio e si spegne dopo alcune ore di agonia. Era il 1896 e il femminicida sarà condannato a 11 anni di carcere. Di lei non rimarrà più nulla: il suo archivio e le sue cose vengono vendute e disperse; persino il denaro raccolto per la sua sepoltura va perso e i suoi resti finiscono gettati nella fossa comune. Eppure la contessa Lara non è stata mai dimenticata. Croce le dedicherà un capitolo di acuta critica letteraria e si faranno film ispirati alla sua vita, saggi e riedizioni di alcune sue opere, fino ai nostri giorni.