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La comunità di San Donato in Poggio ha di nuovo la sua 'chiesina' / FOTO

Riaperta dopo la raccolta fondi e il restauro, durati più di tre anni, la Chiesa di Santa Maria della Neve nel centro del borgo

Inaugurazione del restauro della Chiesa di Santa Maria della Neve (Germogli)

Tavarnelle Val di Pesa (Firenze), 15 luglio 2018 - E' stata soprattutto l'occasione per condividere il risultato e ringraziare la comunità, l'inaugurazione del restauro della Chiesa di Santa Maria della Neve. Le porte dell'edificio, l'unico ubicato dentro le mura del borgo medievale di San Donato in Poggio, si sono nuovamente aperte con la Santa Messa delle ore 18, officiata da don Giuliano Landini, presidente dell'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, insieme ai parroci del luogo: in primis don Luca Zanaga, parroco di San Donato in Poggio, don Marco Nesti, ex parroco di San Donato e da Padre Lorenzo Russo, abate dell'Abbazia di San Michele Arcangelo a Badia a Passignano. Di proprietà dell'Istituto Diocesesano per il Sostentamento del Clero, la “chiesina”, come affettuosamente viene chiamata in paese, era stata chiusa per motivi di sicurezza, in seguito a un sopralluogo eseguito dalla Soprintendenza dei Beni Culturali, insieme all'architetto Giulio Mazzetti. Il verdetto fu impietoso e lapidario: occorrevano 100mila euro per eseguire le opere necessarie al consolidamento del tetto. Il peggio, ovvero l'alienazione del bene, sembrava essere alle porte. Ma la comunità di San Donato non ha mai voluto considerare questa ipotesi. E grazie al Comitato per la Chiesa di Santa Maria della Neve, costituitosi dopo la chiusura, partirono subito una serie di iniziative, prime fra tutte una petizione popolare, quasi plebiscitaria, accompagnata da uuna lettera invata poi all'Istituto Diocesano e al Vescovo, con la quale il Comitato si diceva pronto a tentare di attivare una raccolta fondi per salvare l'amata chiesa. “Sembrava un'operazione quasi impossibile – ha detto con viva commozione il presidente del Comitato, Marco Mecacci, al termine della funzione religiosa –. Invece, lavorando alacramente tutti insieme, passo dopo passo siamo riusciti a coinvolgere nelle nostre iniziative non solo un gran numero di persone che hanno sempre sentito la mancanza delle celebrazioni che nella chiesina si svolgevano regolarmente, ma anche le attività commerciali e produttive del territorio e non, la Banca del Chianti, lla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Un ringraziamento va dunque a tutti loro ma anche e soprattutto all'Istituto Diocesano e alla Diocesi fiorentina – ha precisato Mecacci – che dopo aver appurato la nostra intenzione ad impegnarci seriamente nella raccolta fondi, condivise da subito gli scopi del comitato. Mecacci ha poi ringraziato la ProLoco di San Donato, l'Associazione Sportiva e il Teatro della Filarmonica, le corali del luogo, le suore del Morrocco, l'Impresa Checcucci di Sambuca Val di Pesa e le sue masestranze, che hanno hanno magistralmente eseguito l'intervento.Un ringraziamento particolare è stato poi rivolto al quotidiano La Nazione “per aver seguito - ha puntualizzato Mecacci - e divulgato tramite le pagine del cartaceo e sul sito internet, ogni nostra iniziativa, regalandole visibilità”. 

Don Landini da parte sua ha rimarcato, all'inizio e al termine della funzione religiosa, come “la riapertura della chiesa sia stata fortemente voluta dalla comunità, che ne ha custodito e difeso anche la storia, dimostrando grande senso di responsabilità”. Al termine della Santa Messa è stata letta una missiva dell'Arcivescovo di Firenze, Cardinale Giuseppe Betori, indirizzata al parroco Don Luca Zanaga, alla quale Monsignor Betori ha affidato “i sentimenti di compiacimento e di augurio con cui sento di dover accompagnare questo momento della vita della comunità di San Donato in Poggio. Il compiacimento di aver restituito al culto un edificio sacro, così caro alla comunità, si unisce alla gratitudine per quanti hanno collaborato perché questo potesse accadere”. Ha quindi ringraziato l'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, il Comitato, le Istituzioni civili, i professionisti, le aziende e le maestranze, e tutta la popolazione e la parrocchia di San Donato. “Non è stato un percorso semplice – ha aggiunto nella lettera – ma proprio le difficoltà rendono più felice questo momento di festa comunitaria. L'auspicio che accompagna questa celebrazione inaugurale è che ora la chiesa torni ad essere, nelle forme possibili, un luogo di espressione della fede, un punto di riferimento per la devozione mariana, in sinergia con gli altri luoghi di culto del territorio parrocchiale”. Ricordiamo che, documenti rinvenuti, parlano per la prima volta di quella che un tempo era la “Chiesa della Compagnia”, nel 1376, quando era un “hospitale”, una “compagnia” di laici, che accoglieva i pellegrini in viaggio verso Roma. Solo successivamente la Compagnia si concentrò sul culto mariano e fu intitolata appunto alla Vergine della Neve. Un dipinto della Madonna del Giglio, che troneggia sull'altare, lascia intravedere il Bambino Gesù che è stato “cancellato” in un secondo momento, probabilmente proprio quando il luogo fu intitolato al culto mariano.

 

Ilaria Biancalani