Sollicciano, incinta in carcere e senza visite: “Teme di aver perso suo figlio”

Una donna denuncia: dopo l’arresto, a novembre, ha scoperto di essere in stato interessante ma nel penitenziario non c’è un ginecologo. E il giudice ha rigettato l’istanza di scarcerazione

La denuncia di una carcerata pone all’attenzione i problemi del carcere femminile

La denuncia di una carcerata pone all’attenzione i problemi del carcere femminile

Firenze, 9 gennaio 2024 – B. è stata arrestata con un chilo di cocaina, ma quando è entrata nella sezione femminile del carcere di Sollicciano, lo scorso novembre, ha scoperto da un esame del sangue di essere incinta.

La donna, 26 anni, è stata inviata a fare un’ecografia a Torregalli, e in quell’occasione è stata accertata la presenza del feto.

Ma dal 20 novembre, data di quella visita, nessun sanitario ha più visitato B. Tanto che adesso la detenuta teme, in questo lungo periodo in cella, lontana dai sanitari, che la sua gravidanza possa essersi interrotta.

A rendere poco umano il caso di Boschra, anche un provvedimento dell’autorità giudiziaria: alla richiesta di alleggerimento della misura, presentata dal difensore della detenuta, l’avvocato Sabrina Del Fio, il giudice ha risposto che sussistono gravi indizi nei confronti della donna e che lo stato di gravidanza non è incompatibile con il regime carcerario.

Probabilmente, nella decisione del giudice, sicuramente inoppugnabile in punto di diritto, ha influito l’atteggiamento poco collaborativo, sotto il profilo processuale, assunto dall’indagata.

La donna, sorpresa con un pacchetto di cocaina purissima in viale Europa - probabilmente era stata ingaggiata per fare da ’corriere’ -, all’udienza di convalida si è trincerata dietro un silenzio che pare voler ostacolare le indagini sull’origine e sulla destinazione di quel notevole quantitativo di droga.

Però, a pochi giorni di distanza da un atto della giustizia, che riconosce al detenuto il diritto a un trattamento che non si trasformi in tortura, il caso di B. in carcere mentre aspetta un figlio, fa comunque discutere.

E la situazione della 26enne tunisina ha sorpreso anche le mediatrici culturali che in queste settimane hanno incontrato la detenuta nordafricana, prendendosi a cuore la situazione e amplificando la sua denuncia.

Tanto che, le stesse operatrici, hanno sollecitato la direzione del penitenziario a valutare le condizioni della donna.

Una mobilitazione che ha sortito i suoi effetti.

Domani mattina, la detenuta ha infatti ottenuto una visita in una clinica, visto che a Sollicciano non ci sono ginecologi od ostetriche, altra lacuna dell’istituto da giorni nell’occhio del ciclone per le sue condizioni strutturali, scarsa igiene, addirittura cimici e nidi di vespe alle finestre delle celle, come evidenziato da un provvedimento del giudice di sorveglianza che ha risvegliato il dibattito sul carcere "degradante".

La speranza è che queste settimane in cui la donna è stata “abbandonata“ non abbiano interferito con il decorso della gravidanza. Perché B. sarà pure accusata di aver trafficato droga, ma è innanzitutto una donna che vuol diventare madre.

ste.bro.