Gioia per una gita, mai fatta, alla scoperta di un pezzo di mondo. E poi il dolore, grande, nello scoprire tutti quei morti. Anche della loro età. Emozioni che si rivivono scorrendo le pagine del diario di Giuliana Barbetti e degli altri suoi compagni di classe gelosamente arrivato fino ad oggi per testimoniare la tragedia del Vajont del 9 ottobre 1963. "Quando arrivammo a Longarone andammo a visitare il cimitero c’era una lungo viale di sassolini, con lapidi, dove c’erano i ritratti, e sotto scritti i nomi delle persone morte". È una delle tante frasi annotate in bella grafia da Giuliana Barbetti, 9 anni all’epoca, che al ritorno dal viaggio che l’avrebbe segnata per tutta la vita scrisse in un compito in classe. "Ho portato con me quelle pagine come fossero un pezzo di me stessa. A rileggerle provo ogni volta la stessa commozione di quando ci siamo trovati di fronte a quel disastro". Era il 1964 quando un gruppo di studenti di terza e quarta classe della scuola elementare del Morrocco di Tavarnelle si recarono in visita a Longarone per esprimere vicinanza e affetto ai coetanei sopravvissuti alla tragedia della diga del Vajont. Erano alunni di una scuola di campagna, non si erano mai mossi.
Furono accompagnati da una maestra appassionata e sensibile Anna Cetica e da una direttrice altrettanto rivoluzionaria Lea Verdi che si opposero alle regole del tempo e organizzarono la visita scolastica che sarebbe passata alla storia come la prima gita italiana educativa di supporto solidale ai più deboli. Da allora i bambini di Tavarnelle e Longarone non si sono mai lasciati, sono cresciuti anno dopo anno, divenendo adulti insieme nel ricordo di quanto condiviso, organizzando visite e occasioni culturali, sportive, momenti di aggregazione. Un’amicizia che non si è mai interrotta e che oggi, a distanza di 60 anni dalla tragedia i Comuni di Barberino Tavarnelle e Longarone, in collaborazione con l’Istituto comprensivo Don Lorenzo Milani, vogliono ancora una volta consolidare con la pubblicazione di quel diario collettivo con i temi e i racconti delle esperienze viste con gli occhi dei bambini. "Siamo – continua Barbetti - arrivati al sessantesimo con una grande gioia. La nostra amicizia è cresciuta incredibilmente negli anni e si è estesa fino alle future generazioni. Quest’anno a fine settembre saremo lassù".
Andrea Settefonti