
Sono fra i 150 e i 200 gli insegnanti finora sospesi che da ieri sono rientrati a scuola con il tampone, ma non possono stare a contatto con gli studenti. Uno di questi è Giovanni Marinelli, insegnante di sostegno dell’Itt Marco Polo, per il quale siamo in presenza di un provvedimento immotivato e punitivo. "Chi rientra dopo la sospensione – spiega – deve lavorare in presenza 36 ore invece che 18, non può stare a contatto con gli studenti e deve fare un tampone ogni 48 ore a proprie spese. Vuole dire spendere 200 euro al mese per lavorare. Mi sembra che questo sia mobbing, è un provvedimento punitivo". "Fino a dicembre potevo lavorare in classe facendo un tampone ogni 48 ore – racconta Marinelli – ora invece no. Non c’è nessuna logica, la logica può essere solo quella di voler costringere tutti a vaccinarsi".
Al Marco Polo, spiega ancora, sono due i casi di docenti sospesi che ora dovranno svolgere altre mansioni. "Neanche il preside sa come interpretare il Decreto. Volendo ci sono i libri della biblioteca da rimettere in ordine, c’è da fare programmazione, ma bisogna inventarsi qualcosa per dare un senso a questa norma che di per sé non ha senso. Mi ha detto di rimanere a scuola, io sono stato a disposizione, ma non c’era niente da farmi fare". Per Marinelli "è stato molto brutto a gennaio, con la paura di perdere tutto, lo stipendio, e non sapere come andare avanti. Ma ora è stato divertente tornare lì e rivedere di nuovo tutta questa situazione senza senso. Se mi richiami a lavoro, mi fai rientrare ma non mi permetti di fare il mio lavoro, è mobbing". Marinelli è l’insegnante di sostegno di un ragazzo. "Lo seguo da due anni – spiega – e avevo un bellissimo rapporto con lui. Quando gli ho detto che non sarei più potuto andare ha iniziato a piangere".
Per i presidi, tutto ciò non è facile da gestire. Dice Marco Menicatti, dirigente dell’istituto comprensivo Barsanti: "Abbiamo ricevuto una nota interpretativa sulle mansioni da assegnare loro, come supporto per la didattica, ricerca e programmazione. In realtà, però, non sappiamo cosa fargli fare, mi devo inventare qualcosa". "Il docente della mia scuola – racconta – è rientrato stamattina (ieri per chi legge, ndr), quindi torna a percepire lo stipendio, ma non può stare a contatto con gli studenti e devo fargli fare 36 ore di lavoro. Sarà a disposizione dei docenti come supporto o lavorerà nell’archivio della biblioteca. Ma dire di fare attività di archivio e supporto alla didattica vuol dire tutto e niente".
L’istituto comprensivo Le Cure ha 150 docenti tutti vaccinati. "Non avevamo docenti sospesi – spiega il dirigente Maurizio Gagliardi – solo un collaboratore scolastico". Un’altra docente non vaccinata è rientrata all’alberghiero Saffi. "Si possono far fare le attività che di solito si trascurano – dice la dirigente Francesca Lascialfari –, è chiaro però che si sta pagando un’altra persona in classe".
r. f.