Il documentario sui naufragi nel Mediterraneo

Il regista fiorentino Marco Daffra presenta il documentario "Un mare di porti lontani", che racconta la vita a bordo delle navi che salvano i migranti nel Mediterraneo. L'obiettivo è smascherare le calunnie sul lavoro delle Ong e mostrare la solidarietà di Lampedusa.

Il documentario  sui naufragi nel Mediterraneo

Il documentario sui naufragi nel Mediterraneo

"Un omaggio di verità per coloro che tendono le mani ai naufraghi del Mediterraneo". Parola di Marco Daffra, regista fiorentino che domani (ore 18,45) al Cinema La Compagnia presenta in anteprima il suo ultimo lavoro, il documentario "Un mare di porti lontani". E’ il racconto di un anno di vita a bordo delle navi che salvano le vite dei migranti, ma anche spaccati di quotidianità a Lampedusa. "In seguito alle prese di posizione, a mio avviso repressive, del governo nei confronti delle Ong impegnate nei salvataggi nel Mediterraneo, ho sentito l’esigenza di salire a bordo di una di queste navi per documentarne l’attività in prima persona - racconta il fiorentino -. Questo documentario, per quanto può essere possibile, cerca di smascherare le calunnie riguardo al più che meritevole lavoro delle Ong, unico presidio di umanità nel Mediterraneo". Fra i vari intervistati c’è anche Pietro Bartolo, eurodeputato del Pd e medico a Lampedusa per trent’anni. "Un’isola che non è quella che comunemente viene raccontata - dice Daffra -. Ho ancora le immagini di un poliziotto con gli occhi lucidi con un braccio un bimbo appena salvato. La gente del posto collabora, aiuta questa gente. Perché sull’isola vige un’altra mentalità. Come mi ha raccontato un pescatore, tutto ciò che viene dal mare è un dono e, quindi, viene accolto". Nel documentario Daffra racconta anche le giornate dei piloti volontari che dall’alto scrutano il mare con il binocolo digitale. "E tutte le volte che vedono un puntino, ovvero una possibile persone, partono le operazioni per il salvataggio. Sono emozioni forti che ho avuto la possibilità di vivere e che spero il mio lavoro riesca a trasmettere agli altri. Il mio desiderio è che questo docu diventi un altoparlante per raccontare finalmente la verità" dice il regista.

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