ROSSELLA CONTE
Cronaca

Idee e coraggio: "Ci reinventiamo per non morire"

Ristoranti, pasticcerie, negozi di moda e palestre: come i titolari mutano pelle alle loro attività

Asporto, cambio di prodotti, estensione dell’orario: l’elasticità contro la crisi

Asporto, cambio di prodotti, estensione dell’orario: l’elasticità contro la crisi

Firenze, 3 maggio 2020 - Il bisnonno Antonio si è dovuto reinventare dopo la "spagnola", il nonno Ubaldo dopo la Seconda guerra mondiale e il padre Sergio dopo l’alluvione. Oggi Alessandro e Andrea Gozzi, quarta generazione alla guida della Trattoria Gozzi di piazza San Lorenzo, si sono rimboccati le maniche e dopo 104 anni di storia hanno deciso di rinnovare l’attività cercando di rendere più sostenibile il presente. "Con le nuove disposizioni per noi ristoranti sarà molto dura riaprire – racconta il titolare Alessandro Gozzi –, da 60 posti a sedere non ne avremo più di 18. Così dopo cento anni, la nostra trattoria riaprirà non solo a pranzo ma anche a cena. Non vogliamo mandare a casa nessuno e questa è l’unica soluzione".

La Trattoria Gozzi, tra l’altro, si è rinnovata anche attraverso vendite d’asporto e consegne a domicilio. Come la storica pasticceria Sieni di via dell’Ariento che dal 16 maggio cercherà di ripartire con le vendite d’asporto ("Ci stiamo attivando per vendere i nostri prodotti anche online, è l’unica strada per non chiudere. I nostri dipendenti non hanno ancora riscosso la cassa integrazione", spiega la titolare Andreina Mancini) e la Ditta Artigianale di via de’ Neri. Il titolare Francesco Sanapo, l’artigiano del caffè, ha deciso di aprire con l’asporto: "Non è qustione di business, lo facciamo per i nostri clienti, per sentirci vivi e cominciare a tornare alla normalità". Tanti gli imprenditori che hanno deciso di non arrendersi. Alberto Navari, al timone di Zeb, il ristorante di via di San Miniato, riaprirà domani la sua attività riportandone in vita l’essenza originaria di gastronomia. Era un negozio di alimentari, conosciuto come La Bottega delle Chiacchiere, diventato poi nel 2008 ristorante di eccellenza. "Il locale è di circa 45 metri quadrati — racconta Navari — e la distanza sociale del metro e 80 non consentirebbe il consueto afflusso. Mi auguro di tornare al più presto alla mia attività, quella di ristorante. Ma se dovesse funzionare questo tentativo sono pronto ad acquistare un nuovo fondo per portarle avanti entrambe".

La Pasticceria Cosi di piazza Gavinana, invece, ha tirato su il bandone con una soluzione nuova, sotto forma di alimentari dove si possono acquistare pane fresco, olio, pasta, farina, lievito. "Lo abbiamo fatto per i nostri clienti e per tutelare il posto di lavoro ai nostri 11 dipendenti, nell’attesa che si torni alla normalità" sottolinea il titolare Massimo De Grazia.

L’emergenza e la crisi aguzzano l’ingegno. Virginia Rodriguez, fondatrice del brand Frida Querida Firenze, che dall’atelier di via Maggio è sbarcato in oltre 75 boutique nel mondo, ha deciso di rinnovare il proprio assortimento: oltre ai famosi costumi si è lanciata nella produzione sartoriale di mascherine di elevata qualità. "È l’unico modo per non fermare la produzione– spiega l’imprenditrice – . Vogliamo essere ottimisti: ci auguriamo che da questa estate si potrà andare al mare e stiamo confezionando mascherine da abbinare ai costumi". Poi, ci sono le palestre (Virgin, Olympus, Klab, Tropos) che tra app e video-allenamenti rimangono aperte almeno virtualmente.

Novità anche per i locali serali. Con il servizio a domicilio, alcuni pub arrivano direttamente a casa della movida. Per esempio il Red Garter, il tempio degli americani in città, ha lanciato il ‘Drink delivery’: chi vuole può ordinare il cocktail preferito che arriverà direttamente a domicilio con tanto di ghiaccio. Lo stesso servizio messo in piedi dal Caffè Sant’Ambrogio per i propri clienti del weekend. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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