I giovani custodi della memoria

Si è immerso nei dolori del nostro tempo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e lo ha fatto guardando a viso aperto dapprima l’esperienza formativa di don Milani e poi la tragedia dei Georgofili. A Barbiana il capo dello Stato, ricordando l’opera educativa del grande sacerdote, ha sottolineato come la sua missione sia stata quella di invitare i meno fortunati a crescere attraverso la dura disciplina dello studio, chiedendo allo Stato norme e regole per garantire a tutti, al di là di ceti sociali e conti in banca, un identico punto di partenza. Senza lasciare nessuno indietro. Tantomeno gli ultimi.

Della tragedia di trent’anni fa, costata la vita a cinque persone a Firenze, tra cui due bambine, Nadia e Caterina Nencioni, Mattarella ha scelto lo sguardo diretto con i familiari delle vittime ed ha ricevuto in dono dal nostro giornale il libro che ricorda l’anniversario della strage, un omaggio de La Nazione al dovere della memoria. Due momenti di un viaggio quantomai significativo in terra toscana che il capo dello Stato ha onorato con la propria parola e con la propria presenza da primo rappresentante di quella istituzione, lo Stato appunto, che non può e non deve esimersi dall’affrontare con coraggio anche le scelte più dure.

La visita di Mattarella è stata il sigillo a una settimana di commemorazioni celebrate affinché il prezzo altissimo pagato da vittime innocenti di una mafia stragista non venga sbiadito inesorabilmente dal tempo e, con esso, si corra il pericolo di dare per scontato un patrimonio culturale e legislativo antimafia acquisito con enorme sofferenza, al punto da poterlo mettere in discussione.

Il rischio c’è, ed è innegabile. E tutto questo si può evitare solo consegnando alle giovani generazioni il fardello del ricordo. Non parole retoriche, ma storie di vita, come ha dimostrato la presenza, nella notte della marcia silenziosa, di Tina Montinaro, la vedova del capo scorta di Giovanni Falcone. Per fare tutto questo c’è anche bisogno che le cerimonie vengano considerate momenti di una memoria sempre più partecipata e condivisa e soprattutto aperta.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro