Ho capito che Firenze era la mia casa

I miei primi dieci anni in Italia, sembra ieri quando sono atterrata a Pisa e il grande Gigi Vitali, una delle persone che dava una mano a tutti quelli nuovi che arrivavano alla Fiorentina, mi aspettava alla uscita del aeroporto per portarmi a Firenze. E invece sono passati dieci anni. Quel mese di agosto del 2012 era caldo quanto ora, ricordo quella sensazione di non riuscire a respirare, di fare due passi e cercare subito un posto con area condizionata per riprendermi. Ricordo le zanzare, che la prima sera mi hanno dato subito il benvenuto con un totale di non meno di 20 punture. Ricordo la prima volta che ho visto il Duomo, le passeggiate in centro perdendomi per le strade di Firenze. Non credo però di essermi innamorata subito di questa città, o meglio, non ho capito che io in questa città avrei potuto vivere tutta la vita. Prima, la guardavo come una turista. Vedevo “solo” la bellezza dei monumenti e delle opere d’arte, mi fermavo lì (che non e poco). Dopo un paio di mesi invece ho capito che questa città era qualcosa di speciale per me. Riusciva a darmi una pace che non avevo trovato da nessun’altra parte. Forse è un po’ complicato da spiegare e da capire, ma Firenze ha sempre tirato fuori il meglio di me. Sarà per il carattere del fiorentino, per la sua ironia, il modo di parlare, di scherzare e di prendersi in giro. Sarà per la misura della città e l’avere la natura sempre vicina. Sarà perché qua ho conosciuto persone che sono come famiglia. Sarà perché non mi sono mai chiusa in casa in quella noiosa bolla che ti dà il mondo del calcio. Ma io a Firenze mi sentivo veramente a casa.

Se faccio i conti di questi primi dieci anni in Italia, posso solo trovare cose positive. Ho anche vissuto in una città come Milano, un’esperienza bellissima che mi ha dato un’altro punto di vista di questo paese. Ho avuto una figliola fiorentina che è nata con tutte le caratteristiche del fiorentino doc, quelle belle ma anche quelle brutte. Ho vissuto il calcio vero, l’amore di una tifoseria verso tutta la mia famiglia, e, da un anno, la mia rinascita professionale.

Adesso lo posso dire: sono pronta ai miei prossimi 100 anni.

Rocio Rodriguez

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