Guerra dell’oro sul Ponte Vecchio, i negozi reagiscono a Braccialini: manifesti su tutte le vetrine

Dopo la chiusura per protesta, va al Tar l’azienda cui il Comune ha vietato la vendita delle borse gioiello. L’associazione degli orafi risponde: "L’arroganza non paga". Confcommercio: "Le regole valgono per tutti".

L'avviso di Braccialini ai clienti

L'avviso di Braccialini ai clienti

Firenze, 8 aprile 2023 – La guerra degli "oggetti preziosi" intanto va al Tar. Ma chissà che poi non prenda la via del tribunale ordinario. Perché gli ingredienti non mancano. Dopo aver chiuso con affissione in vetrina di manifesto polemico (tradotto anche in inglese) contro il Comune, il negozio Graziella Braccialini sul Ponte Vecchio andrà al Tar (con richiesta di sospensiva) per opporsi al provvedimento della direzione attività produttive del Comune che gli vieta la vendita delle borse gioiello.

L’Associazione Ponte Vecchio, che riunisce i 41 negozi orafi, risponde alla linea di fuoco. Chissà cosa ne penseranno i turisti. "L’arroganza non paga e le regole valgono per tutti", si legge nei manifesti di risposta. "Firenze è una città aperta, inclusiva, nella quale c’è posto per tutti: purché se ne rispettino le regole". Parole avvelenate da una battaglia che va avanti da settembre, quando Graziella Braccialini aprì sul Ponte Vecchio presentando regolare Scia (la segnalazione certificata di inizio attività) agli uffici competenti del Comune. In quell’occasione l’azienda Graziella, al top delle ditte orafe aretine (che aveva rilevato Braccialini nel 2017, salvandola dal fallimento), si era presentata con il nuovo brand Graziella Braccialini che ha il suo punto di forza nelle borse gioiello. I proprietari vennero informati delle limitazioni vigenti. La tutela della tipicità di Ponte Vecchio e dei suoi negozi storici è stata inserita nel regolamento Unesco nel 2016, ma era presente già nel regolamento urbanistico del 2015.

"Le borse, di qualunque genere, non si possono vendere" e se fosse stato possibile "molte attività fiorentine lo avrebbero già fatto", scrive sui manifesti l’associazione degli orafi di Ponte Vecchio accusando Braccialini di "ostentazione di vittimismo" e "di arroganza di un comportamento offensivo verso le altre 41 attività che, anche da secoli, esercitano sul Ponte Vecchio". Proprio su questo punto la battaglia è aperta. Il legale di Graziella Holding, Tommaso Martinico, fa presente che l’articolo del regolamento Unesco cita "oggetti preziosi" che il negozio vende: in particolare le borse gioiello.

Il negozio potrebbe restare aperto senza vendere le borse, ma la proprietà ha scelto di chiudere sino a quando il Tar non si eprimerà sulla sospensiva. Nella guerra dell’oro, tra richieste di risarcimento milionarie, entra il direttore generale di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni, difendendo gli orafi associati: ieri mattina ha incontrato il sindaco Dario Nardella e l’assessore alle attività produttive Giovanni Bettarini. "Le regole valgono per tutti – dice Marinoni – Cosa si intenda per oggetti preziosi non può essere motivo di una disputa che porti a ritenere tali anche borse, scarpe o altro semplicemente perché impreziositi da inserti di vario genere".

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