Mentre gli echi del caso fiorentino si riverberano in tutto il Paese, in Commissione Affari Sociali della Camera si lavora per arrivare alla ridefinizione di linee guida in materia di disforia di genere. Ieri sull’utilizzo della triptorelina è stata ascoltata la pediatra Maura Massimino della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano. "La triptorelina non è un farmaco nuovo ma il suo uso in condizioni di assenza di patologie endocrine, come per la disforia di genere è stato molto meno valutato soprattutto per quanto riguarda gli effetti collaterali – spiega Massimino – La pubertà è un fenomeno che ha impulsi costanti alla crescita, incostanti nel tempo e che dipendono da un elevato numero di fattori eterogenei e neppure del tutto conosciuti. Bloccare gli ormoni significa non solo rimandare ma anche perdere passaggi importanti che fanno parte del vissuto". Anche dal punto di vista cognitivo. "Gli effetti collaterali sono ben noti: osteopenia, alterazione del colesterolo e della massa grassa, riduzione del tono muscolare, dell’attività cardiaca e della crescita. Difficoltà nell’apprendimento delle scienze esatte, ansia e depressione".
Cronaca"Gli effetti collaterali sono ben noti"