
Giunta, il risiko della Cultura: "Ci vuole una figura di alto profilo". E c’è anche chi propone un manager
di Antonio Passanese
Per la neo sindaca Sara Funaro, questi, sono giorni delicati. Fatti di incontri, vertici e colloqui per definire la squadra di governo che dovrà sostenerla nei prossimi cinque anni. Che strada prendere è ancora oggetto di dibattito, anche perché la coalizione è ampia e la prima cittadina non può permettersi di scontentare nessuno. Ma una delle caselle più importanti da riempire è quella che riguarda l’assessorato alla Cultura.
La suggestione che vorrebbe un ritorno di Tommaso Sacchi – attuale membro della giunta Sala a Milano e già assessore alla Cultura ai tempi del Nardella bis – appassiona molti, anche alla luce dell’ottimo curriculum e dell’esperienza nel settore che il giovane amministratore può vantare. L’intellighenzia fiorentina che, come detto non disdegna l’idea, su una cosa si trova in accordo: "Chi andrà ad occupare quel ’posto’ dovrà essere una figura di alto livello".
E per questo, qualcuno ha sussurrato anche figure del calibro di Giorgio Van Straten, Cristina Acidini, Antonio Natali e perfino di Sergio Risaliti del Museo del Novecento. Mentre per quanto riguarda Cristina Manetti, capo di gabinetto del governatore Giani, le quotazioni sarebbero al ribasso. Ma Sergio Givone, che assessore alla Cultura lo è stato nella giunta Renzi, ne traccia il profilo: "Non deve essere un politico ma un docente, un artista, un uomo di teatro con una sua visione, con un suo progetto di arte, scienza e ricerca. Ecco, se mi venisse chiesto un consiglio, alla Funaro direi questo: l’assessore alla Cultura di Firenze deve avere il coraggio delle proprie scelte. E soprattutto deve essere un intellettuale".
Per il ’professore’, insomma, ci vuole una figura con competenze specifiche, e il suo mandato "deve essere pieno, senza vincoli". Di nomi, Givone, non ne fa "perché non voglio far torto a nessuno" ma di personaggi che potrebbero ricoprire quel ruolo "ce ne sono tanti". Sulla stessa lunghezza d’onda troviamo anche lo storico e critico d’arte Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi. Che aggiunge: "Con Dario Nardella (quando assunse ad interim proprio quell’assessorato) e con Alessia Bettini abbiamo lavorato benissimo ma chi andrà a occupare quella casella dovrà essere presente, entusiasta e dovrà avere la voglia di seguire i tanti progetti messi in campo in una città come Firenze".
Su un eventuale ’Sacchi bis’ si dice favorevole, anche se "mi piacerebbero altri nomi, ma non mi esprimo e sono fiducioso nel lavoro e nelle scelte che farà la prima sindaca donna del capoluogo". L’archistar Marco Casamonti, dal canto suo, pensa a un manager. E ne spiega il motivo: "Viviamo in una città di mostre ed eventi e l’assessore alla Cultura è importantissimo, come a Roma e Venezia anche perché è strettamente legato al turismo. Credo che Funaro debba prendersi tutto il tempo necessario per mettere a punto una squadra di alto livello. In lei ho massima fiducia".
Ma quello della Cultura non è l’unico nodo che dovrà sciogliere Funaro. C’è infatti da capire chi occuperà un altro assessorato di livello, quello alla Mobilità. Si sta facendo strada il nome di un superconsulente che ha già una certa consuetudine con Firenze: l’umbro Stefano Ciurnelli, che ha elaborato l’ultimo Pums della Città Metropolitana.