Fratini ci riprova, l’addio di Bianchi. Per Micali la seconda prima volta

Il Consiglio comunale di Firenze vede un mix di esperienza e novità nella lista Pd di Sara Funaro. Massimo Fratini punta al quarto mandato, mentre Donata Bianchi opta per il ritiro per dedicarsi alla famiglia. Irene Micali, capolista, porta avanti l'eredità politica di Valdo Spini. Una storia di cambiamenti e continuità nella politica locale.

C’è chi tenta il record di mandati, chi ha provato l’esperienza e, pur soddisfatta, ha deciso di virare altrove, chi invece spera di arrivarci per la prima volta. Storie di Consiglio comunale, storie della lista Pd che sostiene Sara Funaro. Un mix di esperienza e novità. Massimo Fratini è il Paolo Maldini del gruppo, recordman di esperienze nell’assemblea cittadina avendo già fatto tre mandati (con deroga): il quarto (con ulteriore deroga) vorrebbe dire entrare ancor più nella storia, sempre con la stessa casacca, nonostante qualche momento non facile da gestire. Donata Bianchi, consigliera uscente tra i Dem, è l’unica del gruppo che ha scelto di non riprovarci. Irene Micali è una new entry. E che new entry: ricercatrice a Lettere e Filosofia, deve molto a un grande della politica come Valdo Spini ed è capolista. Partiamo da chi ha scelto di salutare e dal perché: "Sono stati cinque anni belli e intensi – ha detto Bianchi - ma in questa fase della mia vita sento di dovermi dedicare alla famiglia, al lavoro". Arriviamo a Micali: "Vengo dalla scuola di Valdo Spini, così ho iniziato il mio impegno politico – ha raccontato -. Quando ho saputo di esser diventata capolista sono rimasta contenta, ho chiamato subito Valdo". Il percorso di Micali è partito già da un po’: "Nel 2020 mi sono candidata alle regionali. Sono membro del cda dell’azienda regionale al diritto allo studio e ho la delega della segreteria metropolitana fiorentina del Pd su cultura, università e ricerca". Veniamo infine al Maldini del Consiglio comunale, il 66enne Fratini, che non molla. "Se vengo eletto sarà il quarto mandato – ha raccontato con orgoglio -. L’ultima è stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita, in particolare per la delega della Città metropolitana alla protezione civile". In un periodo bello tosto, c’era il Covid: "Adesso avevo pensato di smettere ma poi col partito ho capito di dover andare avanti. Provengo dall’area cattolica e per questo mondo ora si apre una nuova stagione, è giusto esserci".

Niccolò Gramigni

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