E’ sempre stata fuori dagli schemi, nei soggetti come nelle tecniche. Tanto che, anche grazie a lei, negli anni Sessanta fu definito un nuovo gruppo di artisti: i Color field painters, i pittori di campi di colore. Helen Frankenthaler, nata a New York City nel 1928 e scomparsa nel 2011 a Darien nel Connecticut, fu certamente una visionaria del Novecento, un’artista che ha infranto molte regole della pittura. E’ lei la grande protagonista della prossima mostra di Palazzo Strozzi, in programma dal 27 settembre al 25 gennaio 2025.
Nonostante il suo contributo artistico sia essenziale alla storia della pittura americana del dopoguerra, non sono state molte le occasioni per ammirare le sue opere in Italia. Palazzo Strozzi presenta ora la più completa mostra mai realizzata nel nostro Paese su Helen Frankenthaler, ricostruendo la sua carriera lunga sessant’anni, durante la quale ha abbracciato diverse generazioni di pittori astratti.
"Dipingere senza regole" è il titolo dell’esposizione che racconterà la rivoluzionaria ricerca nella pittura di Frankenthaler, attraverso oltre trenta opere della sua produzione tra il 1953 e il 2002, in dialogo con dipinti e sculture di artisti contemporanei, tra cui Jackson Pollock, Robert Motherwell (che fu suo marito dal 1958 fino al divorzio nel 1971), Mark Rothko, Anthony Caro, Morris Louis, Kenneth Noland, David Smith, Anne Truitt. Un confronto che consentirà di per scoprire connessioni, influenze e amicizie dell’artista.
Molte opere provengono dalla Helen Frankenthaler Foundation e da importanti musei e collezioni private.
Figura chiave nella seconda generazione di pittori astratti americani del dopoguerra, la Frankenthaler ha avuto un ruolo fondamentale nel passaggio dall’Espressionismo astratto alla Color Field Painting.
In sei decenni di carriera, la Frankenthaler si è imposta sulla scena artistica americana tramite un approccio “senza regole”, sfidando i limiti delle tecniche pittoriche ma anche le aspettative di genere dell’epoca, imponendosi come una delle principali artiste della sua generazione.
La sua carriera fu lanciata nel 1952 dall’opera “Mountains and Sea“. Questo grande quadro ha l’effetto dell’acquerello, pur essendo stato dipinto ad olio. La tecnica, nota come Soak stain (“imbibizione a macchia”), fu utilizzata da Pollock, Morris Louis e Kenneth Noland e lanciò la nuova generazione di artisti della scuola di pittura del Color field, che si distingueva dalla Action painting in quanto ne rimuoveva i contenuti emozionali, mitici o religiosi.
Grazie all’eclettica immaginazione e alle capacità improvvisative, la Frankenthaler ha esplorato una nuova relazione tra colore e forma, espandendo le possibilità della pittura astratta in un modo che ancora oggi ispira generazioni di artisti. Colore e spazio, astrazione e poesia: la sua arte si distingue per una capacità unica nell’unire tecnica e immaginazione, ricerca e improvvisazione, andando oltre canoni, regole e convenzioni alla ricerca di una nuova libertà nella pittura.
La mostra è co-organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze, e Helen Frankenthaler Foundation, New York, ed è curata da Douglas Dreishpoon, Direttore, Helen Frankenthaler Catalogue Raisonné.