
Tra ingorghi di bus e furgoni e scooter a zig zag. Quasi un’ora per percorrere una manciata di chilometri. Viale Lavagnini resta il punto più critico. Porta al Prato, Belfiore e via Lorenzo il Magnifico le altre zone calde.
Cantieri, semafori, corsie che ’spariscono’ improvvisamente, biciclette che passano con il rosso, motorini che scorrazzano a zig zag mentre si cambia corsia, auto in doppia fila.
È dura la vita di chi deve spostarsi in macchina in città. E nella top list delle strade più toste ci sono proprio i viali di circonvallazione, che forse sarebbe ormai il caso di ribattezzare ’vicoli’, stritolati come sonno tra transenne e restringimenti.
D’accordo: con la tramvia si impiega meno tempo per spostarsi ma non tutti possono permettersi di organizzare la propria vita intorno alle fermate dei mezzi pubblici, vuoi per appuntamenti di lavoro fissati da un capo all’altro di Firenze, vuoi perché le corse finiscono spesso a orari incompatibili con quelli di molte persone, e infine perché in tanti fanno lavori che obbligano a portarsi dietro materiali impossibili da trasportare a mano. Insomma: può un giardiniere con il decespugliatore spostarsi con i mezzi pubblici?
E comunque, a conti fatti, tra cambi di bus e tram, spesso si finisce per impiegare più tempo si impiega che a sopportare le variabili impazzite del traffico.
Ma quanto ci vuole realmente ad affrontare una manciata di chilometri d’asfalto a Firenze? Per il test scegliamo la tratta più martoriata: ponte alla Vittoria-piazza Libertà. E ritorno. L’orario? Metà pomeriggio.
A onor del vero siamo abbastanza fortunati: per affrontare questo girotondo di sette chilometri ci abbiamo messo alla fine ‘soltanto’ tre quarti d’ora: quindi una velocità media di circa dieci chilometri orari (un runner allenato, viene da pensare alla vigilia della Firenze Marathon, forse avrebbe impiegato meno tempo ...) ma in certe giornate, soprattutto se piove (vedì giovedì) le cose vanno assai peggio.
Partenza dal parcheggio di piazzale Vittorio Veneto – sì: quello al centro delle cronache per le spaccate e i posteggiatori abusivi – alle 17,33. Finché il percorso si mantiene sul controviale Rosselli è tutto a posto, e scansiamo pure il ’codazzo’ di Porta al Prato. Fila tutto liscio fino alla Fortezza da Basso, dove iniziano i dolori: la deviazione creata dalla tramvia crea infatti il primo ostacolo. Sono finiti da un pezzo i tempi in cui bastava andare a diritto sul viale Lavagnini per raggiungere piazza Libertà: ora tutto il traffico diretto alle Cure, sulla Faentina e sulla Bolognese si deve incanalare su via Lorenzo il Magnifico, ’sgomitando’ con gli pneumatici tra quella corsia e mezzo di viale Strozzi davanti alla vasca dei cigni.
È una guerra dove suv e furgoni cercano di guadagnare centimetri sulle utilitarie per immettersi. Tutto a posto in via Lorenzo il Magnifico, almeno fino agli ultimi cinquanta metri: saremmo quasi arrivati ma sette minuti buoni li perdiamo nella corsia che immette nel parcheggino ai portici della Fondiaria perché chi tenta di buttarsi verso il viale Matteotti deve pazientare e crea coda. Comunque alle 17,50, siamo davanti ai portici di piazza della Libertà.
Giro di Boa: su viale Lavagnini stranamente si viaggia bene, mentre in direzione opposta è la paralisi. Passata la Fortezza, si devono aspettare un paio di verdi per passare l’incrocio con la linea T2. C’è il consueto ingorgone a Porta al Prato, ma i vigili si danno da fare per smaltirlo. Qui c’è il nodo più difficile perché le due corsie centrali ’spariscono’ nel nulla e il viale si stringe in tre corsie, creando una sorta di pinza; che per giunta poco più avanti è aggravata solitamente dalle macchine in doppia fila davanti al bar.
Per qualche decina di metri perdiamo dieci minuti. Superate le ’Termopili’ di Porta al Prato tornare in piazzale Vittorio Veneto è quasi una passeggiata.
Test finito, ma la statistica non poteva smentirsi: rientrando oltre l’Arno ci sorbiamo dieci minuti di coda tra piazza Gaddi e via del Sansovino e altri cinque in via di Soffiano.