
I titolari delle sette fornaci di Impruneta contestano al sindaco Lazzerini di aver esposto davanti al Comune prodotti non realizzati nel territorio
Le sette fornaci storiche di Impruneta riunite sotto il marchio CAT si dicono "indignate e amareggiate" per la presenza davanti al palazzo comunale, di manufatti in terracotta realizzati da produttori non imprunetini. "Lo riteniamo un atto di grave mancanza di rispetto verso la storia, la tradizione e il valore culturale ed economico che le nostre fornaci rappresentano". Il marchio Cat, ricordano, non è solo un simbolo, "ma uno strumento di tutela fondamentale per la nostra produzione, il nostro metodo di lavorazione, la nostra materia prima e il nome stesso di 'Impruneta'".
Il presidente del marchio, ricordano, è lo stesso sindaco Riccardo Lazzerini da cui, dicono, si ritengono offesi: "Negli anni abbiamo donato migliaia di euro di manufatti al Comune; a inizio mandato di Lazzerini, abbiamo regalato vasi da 80 centimetri, orci e anfore che ancora oggi adornano la piazza centrale e i Loggiati del Pellegrino. Successivamente sono stati acquistati altri vasi dall’amministrazione, da noi venduti a prezzo di costo senza alcun margine commerciale e per spirito di servizio, ma il lavoro deve essere riconosciuto e valorizzato, anche economicamente". Per protesta, hanno rimosso i loro manufatti in mostra per "Buongiorno Ceramica": "è una forma di dissenso civile e simbolico. Ci spiace per l’artista Travagli che li aveva usati per la sua installazione".
Lazzerini replica dicendosi "sorpreso": "Nei giorni scorsi, al telefono con ogni fornace, è stato raggiunto un accordo: da subito rimuoviamo i manufatti di fronte al municipio". Ma chiede anche "che le fornaci storiche rispettino gli impegni presi, mantenendo sia le opere donate sia quelle facenti parte dell’installazione di Travagli".
Manuela Plastina