
Fiorentini, la fabbrica resta: "Niente ancora è deciso"
Nel giorno dell’inizio della protesta e della lotta, con sessanta lavoratori davanti alla sede della loro fabbrica la "Ing. O. Fiorentini" di Piancaldoli a Firenzuola, si apre già uno spiraglio importante. Lo annuncia il sindaco Giampaolo Buti. "Ieri mattina – dice Buti - ho avuto un primo contatto telefonico con il proprietario dell’azienda, il dottor Alessandro Fiorentini, il quale si è reso disponibile ad un incontro con le istituzioni per chiarire quali siano le reali intenzioni in merito al futuro dell’azienda". Poi il sindaco annuncia una novità importante: "Fiorentini mi ha ribadito che non c’è assolutamente l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Piancaldoli e che non c’è ancora niente di definito e deciso. Mi ha comunicato che la sua volontà è stata travisata e pertanto ritengo sia auspicabile mantenere la calma ed evitare di fare allarmismo. Restiamo in attesa dell’incontro chiarificatore con la proprietà che illustri i progetti futuri e le scelte aziendali che coinvolgono i lavoratori, rimanendo costante in contatto con l’azienda e le istituzioni interessate". E Buti oggi sarà in Regione per un incontro con il consigliere delegato Fabiani. Intanto ieri mattina si è tenuta la prima giornata di mobilitazione e di sciopero contro il trasferimento dell’attività produttiva a Castel San Pietro Terme. Toni duri, preoccupazione e la citazione di una bella frase del fondatore dell’azienda, Osvaldo Fiorentini: "Volevo fare qualcosa per il paese che mi ha dato i natali. Per questo assumo tutte persone del posto, Piancaldoli e dei paesini vicini, perone che prima, per lavorare dovevano trasferirsi o recarsi a Bologna, Firenze, Imola".
Erano una sessantina i lavoratori al presidio, con la partecipazione anche delle rappresentanze sindacali di altre fabbriche mugellane del settore metalmeccanico. E’ Riccardo Patania, della Rsu a spiegarlo: "E’ stata una doccia fredda, nell’ultima riunione la proprietà ci ha detto che avrebbe trasferito a Castel San Pietro tutta la produzione, lasciando solo qualcosa qui. Parlano di un calo degli ordini, lamentando anche che qui non sarebbero stati aiutati a sufficienza, che hanno avuto spese esorbitanti per i trasporti a causa delll’alluvione e delle frane che ci sono state. E quindi hanno deciso di accentrare tutto giù nel Bolognese, per ridurre i costi". Anche qualche dipendente, sottovoce, invita però a tenere aperto il dialogo con la proprietà: "Uno scontro non giova a nessuno. Spero che uniti, e avendo accanto le istituzioni, si possa giungere a un accordo per il mantenimento dell’attività a Piancaldoli". Peraltro manca una nota ufficiale dell’azienda che dichiari espressamente la volontà di un trasferimento.