Fiorentini bloccati a Manila: "La Commissione adozioni internazionali non si è mossa"

I due coniugi sono stati bloccati quando il figlio adottivo è risultato positivo al Covid in attesa del volo per l'Italia

Un'immagine dell'aeroporto internazionale di Manila

Un'immagine dell'aeroporto internazionale di Manila

Firenze, 8 giugno 2021 - «La Commissione per le adozioni internazionali non si è mossa», «se non è in grado di fare quello per cui è preposta, dica alle coppie di non partire in pandemia e aspettare tempi migliori». Lo afferma all'Ansa Francesco Sozzi, il fiorentino bloccato dal 6 giugno a Manila (Filippine) con la moglie e con il figlio adottivo che è risultato positivo al Covid a seguito del tampone effettuato in vista del volo per l'Italia. «La Cai a cosa serve - prosegue Sozzi -, solo a fare un foglio di autorizzazione o anche a verificare gli enti o a intervenire quando i processi adottivi incontrano difficoltà?».

Sozzi ha detto poi di essere in contatto costante con l'ambasciata italiana. Secondo quanto spiegato da alcuni amici dei coniugi fiorentini, il ministero degli Esteri ha risposto alla e-mail inviata dalla coppia, inoltrando il caso all'ufficio competente, ma al momento non sarebbe previsto alcun rimpatrio prima del periodo di quarantena disposto in questi casi. Francesco e la moglie Elisabetta sono arrivati a Manila il 21 maggio scorso. Dopo 10 giorni di isolamento, l'1 giugno hanno potuto finalmente incontrare il loro figlio, di 11 anni. Hanno passato qualche giorno insieme, anche se, proprio a causa dell'emergenza pandemica, meno di quelli che erano previsti. Prima della partenza è arrivato il test positivo. Adesso si trovano in un hotel, a proprie spese e in camere separate, col rischio di aver contratto anche loro il Coronavirus. Ad attenderli a Firenze c'è il loro primogenito, affidato nel frattempo al nonno.

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