Figline Valdarno (Firenze), 26 giugno 2018 - Se a volte pensate che già un figlio sia troppo, provate per un attimo a chiudere gli occhi e a moltiplicarlo per sette. Proprio così: sette figlioli. Benvenuti a casa della famiglia Nembrini, dove ogni giorno si apparecchia una tavolata degna dei migliori pranzi di Natale e per andare in vacanza ci si muove con due macchine.
Faticoso? «Certo. Ma vuoi mettere la gioia?». Papà Gabriele Nembrini, 53 anni, è libero professionista per un’azienda che produce macchinari per la falegnameria ed Eliany, la sua dolcissima moglie di origine brasiliane, pensa ai ragazzi e alla casa, nella campagna di Figline Valdarno. Intorno a loro, l’allegra ‘ciurma’, che si compone di Anna, 5 anni, di Renata, 7, di Giacomo di 10 e poi Maria (16), Angela (21), Sofia (23) e il più grande, Giulio (25).
Tanto per non farsi mancare niente, in questo periodo c’è pure Caterina, nipote di Gabriele. Una ‘banda’ mica da poco. «Quando i miei amici sanno che ho sei fratelli, sgranano gli occhi e mi chiedono se scherzo», ride il più grande.
Ma come si fa a mandare avanti una famiglia così numerosa senza rischiare una crisi di nervi quotidiana? «Con più figli, si moltiplicano gli aiuti - risponde papà Gabriele -. Noi ci diamo una mano l’un l’altro. E non mettendo regole rigide, alla fine tutto si sistema da sé». Semplicemente. In casa Nembrini regnano l’armonia e la serenità. Eppure dieci anni fa sulla famiglia si abbatté un’enorme tragedia: Chiara, la prima moglie di Gabriele, morì di parto quando nacque Giacomo.
Poi, un anno e mezzo dopo il dramma, è tornato il sereno. Merito dell’incontro con Eliany, che di lì a breve sarebbe diventata moglie e madre dei cinque ragazzi («Sono a poco a poco entrata in sintonia con ciascuno di loro, rispettando i tempi di ognuno», sorride la signora). Sono poi arrivate le piccine di casa. Dato che l’unico stipendio è quello di Gabriele, i sacrifici da fare ci sono. Mille euro al mese se ne vanno solo di spesa. Ci sono poi le bollette, due macchine e gli scooter dei grandi, «perché l’autonomia è al primo posto».
E per le normali incombenze? Tutti si rimboccano le maniche. I grandi puliscono le loro stanze, fanno il bucato e se c’è bisogno stirano. Ognuno poi è in grado di preparare un pasto, tant’è che quando mamma Eliany è rimasta bloccata a letto con l’influenza non è stato necessario chiedere aiuti extra. A pranzo anche i piccini aiutano ad apparecchiare ed a portare vie le stoviglie. Per caricare la lavastoviglie, è una staffetta. La tecnologia, poi, aiuta. Ecco la chat “Teniamoci aggiornati” in cui tutti i grandi comunicano se ci sono a pranzo, se devono uscire o se ci sono cambiamenti. Gli appuntamenti sono segnati su Google. «Ma ogni tanto qualcosa ce la dimentichiamo. E’ normale», allarga le braccia la mamma.
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