Ex Meccanotessile, rabbia a Rifredi "Tutto fermo e il giardino sta seccando"

La lunga storia dell’area industriale va avanti da più di 40 anni. La ristrutturazione sembrava partita, invece..

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In via Alderotti, sull’angolo del parcheggio che delimita la grande area dell’ex meccanotessile nel rione un tempo industriale di Rifredi, c’è un verso di Eugenio Montale scolpito su una rugginosa lastra di ferro. "Sotto l’azzurro fitto del cielo qualche uccello di mare se ne va; né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto “più in là”". Montale non pensava certo a Rifredi, ma il suo verso scolpisce nel ferro il paradosso dell’ex Meccanotessile. Perché qui l’attesa per la rinascita ai primi anni 80 e ancora, quarant’anni dopo, continua. Il trasferimento effettivo della Galileo a Campi è del 1980 e la prima idea del Comune era quella di demolire tutto per costruirci palazzi, ma il quartiere insorse e l’intenzione rientrò, l’anno dopo arrivò un “progetto di fattibilità” per un centro d’arte contemporanea. I palazzi che furono costruiti nella grande area venduta dalla Montedison (accogliendo comunque le modifiche degli agguerriti abitanti del rione) reclamizzavano appartamenti con vista sul museo.

Il primo lotto dei lavori partì nel 1990 e fino al 2000, furono recuperati 9.500 mq, spendendo 22 miliardi delle vecchie lire. Con il secondo appalto però arrivarono i ricorsi al Tar e mentre in città infuriava la polemica per la convivenza con il vicino Centro Pecci, nato pochi anni prima a Prato, i lavori si bloccano. Sei anni. Nel 2009, chiusa la vicenda giudiziaria, Regione e Comune abbandonarono l’idea del museo e l’appena eletto sindaco Renzi inserì la grande area fra quelle che il Comune avrebbe messo in vendita. Ancora una volta gli abitanti insorsero e il giovane sindaco in una infuocata assemblea all’Sms di Rifredi tornò sui suoi passi. Anni di contrattazioni e, nel 2012, arrivò il progetto per la riqualificazione dell’area con il giardino, il parcheggio, gli spazi per i servizi del quartiere, l’asilo, gli spazi commerciali, la ludoteca, la biblioteca, il centro giovani e quello per gli anziani del quartiere. Perché di spazi sociali in questo spicchio di città non ce ne sono e l’ex Meccanotessile era il polmone giusto per tornare a respirare. Nel 2016, dopo 4 anni di bonifica bellica e ambientale, iniziano i lavori: nel 2018 è stato inaugurato il giardino, un anno dopo il parcheggio. E poi? "Poi – spiega con amarezza Leo Landini, una delle anime del comitato – è arrivata la rimodulazione decisa dal Palazzo senza ascoltare i cittadini e da 4 anni è tutto fermo. Con il giardino che si sta seccando perchè l’impianto di irrigazione è rotto da due anni". Così fra gli abitanti cresce la delusione anche per quei 50 mini appartamenti ’moltiplicati’ nel 2020 che andranno ad appesantire la pressione sul quartiere. "Nel dicembre 2021 – aggiunge Giuseppe Santarelli – abbiamo incontrato la vicesindaca Bettini e l’assessore Albanese, ma senza avere indicazioni precise sui tempi. Sappiamo che qui si devono trasferire Isia e Indire, quest’ultima con qualche polemica, sì, ma quando? E quando avremo finalmente gli spazi per il quartiere promessi più di dieci anni fa?".

Paola Fichera

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