BENEDETTO FERRARA
Cronaca

Sogno Europei al Franchi, ma che Firenze sarà? Gru, tramvie, afa esotica e auto volanti in coda

Cinque stadi da selezionare. Il restyling dell’impianto fiorentino si fa sempre più vicino. Abbiamo immaginato la città fra 9 anni. Tra follia e ironia

Il popolo viola spera che il vento d’Europa porti il restyling del Franchi (Archivio)

Firenze, 11 ottobre 2023 – È ufficiale. Il Comitato Esecutivo Uefa ha assegnato a Italia e Turchia, candidate uniche a ospitare la manifestazione, gli Europei 2032. Saranno cinque gli stadi italiani candidati a ospitare i match: tra quelli che sembrano certi di avere almeno una partita ci sono Roma, Milano e Torino mentre gli altri sono ancora da decidere. Tra questi c’è in ballo anche il Franchi di Firenze. È stato proprio il vicepresidente Uefa, Gabriele Gravina a fare il nome di Firenze. «Ci sono dei progetti esecutivi come Bologna, Firenze e Cagliari, già finanziati. Ci saranno dei criteri che fisseremo a breve, noi ci auguriamo che ci possa essere impegno da parte di tutti». Sulla stessa linea il ministro dello Sport, Andrea Abodi: «Gli Europei 2032 assegnati anche all’Italia rappresentano una grande opportunità che dovrà generare eredità positive ben prima di quell’appuntamento e non solo nelle città che saranno direttamente coinvolte nell’evento». Ed è su quell’eredità che la nostra città può scommettere come annunciato dal sindaco Dario Nardella con un tweet trionfante. «Euro2032 – ha cinguettato il primo cittadino – si svolgerà in Italia e Turchia. Una grande opportunità per riqualificare gli stadi italiani e specialmente per Firenze. Ora più che mai abbiamo il dovere di procedere con il progetto del nuovo stadio Franchi senza il quale non potremo ospitare gli Europei». I fondi dal governo dopo il definanziamento voluto da Bruxelles insomma potrebbero essere più vicini. Ma come sarà la Firenze del 2032? Saranno pronti i fiorentini, come ci troveranno gli occhi d’Europa? Abbiamo provato a immaginarlo, con tanta ironia. O forse no.

di Benedetto Ferrara – Il 2032 non fu un anno particolarmente caldo. Le massime non superarono mai i 38 gradi. A Marzo. Ormai per sciare dovevi andare a Dubai, ma a Viareggio e a Cecina la stagione turistica si era allungata di sei mesi, il che non era malaccio. Firenze, comunque, era pronta per ospitare il grande evento e la imponente tettoia dello Scheggi Stadium era pronta non solo a riparare il pubblico dalle tempeste tropicali ma anche dai raggi di un sole non proprio messo benissimo. La cosa permise finalmente ai tifosi della Fiesole di vedere la partita (una vera novità accolta con gioia) nei giorni di cielo terso, anche perché il nuovo impianto era il vanto di Firenze e della Uefa.

Aveva vinto già vari premi, tra cui il Pulitzer per aver occupato le pagine dei quotidiani (c’erano ancora ed erano considerati come i vinili, cioè un cult) più del mostro di Firenze. Avere le partite degli Europei nella città di Dante, Michelangelo e Bonaventura significava mostrare al mondo di non essere solo la capitale del Rinascimento ma anche della contemporaneità.

Pochi giorni prima della sfida Italia-Svizzera (gli azzurri guidati da Italiano si erano qualificati senza problemi), era stata ufficialmente dichiarata monumento nazionale la gru sistemata dietro gli Uffizi, quelli dove da quasi mezzo secolo doveva nascere la loggia Isozaki, sostituita poi dalla loggia dell’Antico vinaio. Era bastato un selfie di Chiara Ferragni davanti alla gru per rendere tutto maledettamente cool e sotto la protezione della soprintendenza alle belle arti. I nove anni trascorsi dalla designazione dei campionati all’evento non erano stati semplici. Scordatevi l’idea delle macchine volanti a pieno regime. Quelle le immaginavamo nel duemila e poi ci siamo ritrovati la Fiat Tempra. Nel 2032 le auto viaggiavano ancora su gomma e, per fortuna, erano quasi tutte elettriche.

L’inquinamento era calato, anche grazie alla realizzazione di altre tre linee della tramvia. Campo di Marte, Campi Bisenzio e Bagno a Ripoli ebbero le loro linee personalizzate: lo stadio vero, quello fasullo e il mitico Viola Park, tempio degli eroi del terzo scudetto, a cui era dedicato il viale chiamato un tempo viale Michelangiolo.

E anche quello del pallone d’oro Kayode, capitano e simbolo di un grande top team europeo. Ottima anche la risoluzione del problema bus turistici. Vuoi vedere Firenze? Bene, vieni a piedi dal casello Prato est. Le cose belle costano. Soldi, ma anche fatica. Concetto semplice ma funzionale. Lungo il percorso di trekking puoi ammirare il restyling di Mercafir e dare uno sguardo da lontano al progetto più bello realizzato in città nel nuovo millennio: la nuova Manifattura tabacchi, quartiere di vita, di arte e di giovane quotidianità.

Ma non tutto filava liscio, questo va detto. A Porta a Prato e alla Fortezza le code restavano un must, tanto che nei punti critici il comune aveva aperto dei drive-in per intrattenere i cittadini bloccati nel traffico. Era sempre in gioco anche il caso aeroporto. Che facciamo con questa pista? La facciamo parallela, obliqua, in diagonale, o così come viene? Mah. Dettagli, per una città che viveva una nuova primavera e il suo nuovo Rinascimento. Il futuro era appena iniziato e le prime macchine volanti venivano sperimentate sui viali. Tutto bene, finché non restavano ferme in coda a Porta a Prato.