Ettore Bernabei, il fiorentino che rivoluzionò la Rai

Giovanni

Pallanti

Ettore Bernabei (Firenze 1921-Monte Argentario 2016) era un fiorentino doc. Intellettuale cattolico e manager delle aziende pubbliche di primaria grandezza come la Rai e Italstat. Bernabei è stato il prototipo di un figlio del popolo che ha rappresentato una capacità di governo mai prima dimostrata da una persona proveniente da un mondo lontano dai palazzi del potere. L’incontro con La Pira fu decisivo per l’impegno politico iniziato subito dopo la Seconda Guerra Mondiale come direttore de ’Il Giornale del Mattino’. Fra i giornalisti che cominciarono la loro carriera in quel quotidiano vanno ricordati Leonardo Pinzauti, poi grande critico musicale, Oriana Fallaci e il critico letterario Giorgio Luti che poi fondò una vera e propria scuola di italianistica all’Università di Firenze. ’Il Giornale del Mattino’ di Bernabei si schierò al fianco di Giorgio La Pira che, nel 1951, diventò sindaco. La linea di Bernabei era chiara: l’amministrazione La Pira e la Dc fiorentina non erano schierate con le lobby affaristiche della città. Dopo fu chiamato da Amintore Fanfani, che diventò da quel momento il suo riferimento, a dirigere il quotidiano della Dc ’Il Popolo’. Nel ’61, fino al ’74, fu direttore della Rari, dove aprì le redazioni a grandi giornalisti come Biagi, Barbato, Zavoli e Levi. Pochi sanno che Bernabei fu anche lo sponsor di Renzo Arbore. Così come fu Bernabei a volere una trasmissione culturale che ebbe un ruolo importante per tutta l’intellighenzia italiana: ’L’Approdo’ diretta da Riccardo Bacchelli e Carlo Bo. La Rai di Bernabei si caratterizzò su tre fondamentali presupposti quali l’informazione, l’educazione e l’intrattenimento. Nessuno può dimenticare la trasmissione ’Non è mai troppo tardi’ del maestro Alberto Manzi che insegnò a scrivere a milioni di italiani Grande Bernabei, che il 16 maggio avrebbe compiuto 100 anni.