Estorsione al mercato ortofrutticolo Mercafir, cinque arresti / VIDEO

Un imprenditore e quattro personaggi legati alla 'Ndrangheta arrestati dalla Guardia di finanza

Le riprese della Finanza

Le riprese della Finanza

Firenze, 7 novembre 2017 - Estorsione aggravata dal metodo mafioso e bancarotta preferenziale: sono queste le gravi accuse che hanno portato la Guardia di finanza di Firenze ad eseguire, questa mattina, cinque ordinanze di custodia cautelare (tre in carcere e due ai domiciliari) su incarico del pm Ettore Squillace Greco, ordinanze disposte dal gip Francesco Bagnai e richieste dalla Procura-Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo.

Le indagini, condotte dal gruppo investigativo sulla criminalità organizzata del nucleo di polizia tributaria di Firenze, sono partite dall'attenzione rivolta a un gruppo di calabresi residenti in Toscana, sospettati di riciclare capitali di provenienza illecita.

Le indagini hanno permesso di far emergere una serie di estorsioni, commesse a Firenze ma più ad ampio raggio in Toscana, Piemonte e Lombardia. Le Fiamme Gialle hanno individuato in Toscana il gruppo di soggetti ritenuti membri della cosca di 'Ndrangheta De Stefano-Tegano, specializzati in estorsioni.

In particolare a Firenze erano finiti nel mirino due fratelli imprenditori nell'ambito del mercato ortofrutticolo Mercafir. Secondo l'ipotesi di reato il mandante sarebbe un imprenditore di Bergamo che si occupa di import/export di frutta e vegetali, Alessandro Santini, finito in carcere. Sarebbe stato lui a coinvolgere la banda criminale per riscuotere i crediti vantati nei confronti dei due fratelli fiorentini con la forza e la minaccia, realizzando così la bancarotta preferenziale (la loro azienda è fallita nel 2013) che viene contestata tra i reati.

In carcere sono finiti anche Carmelo Caminiti, detto U'Sciarreri per via della sua indole violenta, e Paolo Malara, mentre ai domiciliari sono finiti Francesco Pizzimenti e Eugenio Potenza, accusati delle estorsioni. Per estorcere denaro gli arrestati vantavano con le vittime i loro precedenti penali e in particolare i loro legami con la 'ndrangheta. Persino l'arresto di uno degli indagati, Paolo Malara, per fatti di mafia relativi a un'altra vicenda, fu comunicato tempestivamente ai due imprenditori fiorentini per aumentare la loro paura. Le indagini, spiega la gdf, sono scattate nel corso di un'attività investigativa di routine volta a verificare il reimpiego di capitali illeciti nella zona del centro di Firenze, in particolare nel quartiere di San Lorenzo.

Secondo quanto ricostruito dalla Finanza, il valore riscosso dal gruppo ammonta almeno a 200mila euro tra contanti e gioielli.

Complessivamente gli indagati sono dieci, oltre agli arresti sono state eseguite anche perquisizioni a Reggio Calabria, Bergamo e Trento.

 

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