L'Espresso, cappelli d'oro per quattro toscani

Al top conferme per Caino a Montemerano, Romano a Viareggio, Lorenzo a Forte e Pinchiorri a Firenze

Romano di Viareggio, conferma come cappello d'oro

Romano di Viareggio, conferma come cappello d'oro

Se facciamo il conto dei cappelli, arido e freddo, i numeri dicono luci e ombre. Perché non ci sono «5 cappelli», in Toscana, mentre ne hanno uno il Piemonte, il Veneto, l’Emilia Romagna e perfino l’Alto Adige. Però sono toscani ben quattro sui 12 «cappelli oro», i cosiddetti Nuovi Classici: Caino a Montemerano, Enoteca Pinchiorri a Firenze, Lorenzo a Forte dei Marmi e Romano a Viareggio. Dirà il maligno: modo elegante per evitare giudizi. Eh già, ma l’Olimpo, come si vede, non è per tutti.

I «4 cappelli» sono raddoppiati, da uno a due. Entrambi nuovi: di Cassanelli a Forte s’è detto, l’altro è Bracali di Massa Marittima, il ristorante dei fratelli Francesco e Luca Bracali in crescita esponenziale ormai da diverso tempo. Bene. Ma il Piemonte ne ha 4, la Campania 3. Crescono anche i «3 cappelli» ((«cucina ottima»), da 5 a 6, e tra l’altro con diverse novità, accanto all’inossidabile Vito Mollica del Palagio al Four Seasons di Firenze si fanno largo il Bistrot del Forte (ma Andrea Mattei, lo chef, ne aveva 4 un anno fa al Borgo Santo Pietro di Chiusdino…), il Giglio di Lucca, Atman a Villa Rospigliosi di Fucecchio e il Bucaniere di San Vincenzo, un bel «valore di famiglia» perché Fulvietto è figlio di Fulvio Pierangelini, che tanti buongustai ancora rimpiangono e vorrebbero ai fornelli… I soliti confronti cattivi dicono però che il Piemonte ne ha ben 9, il Veneto addirittura 11, e 6 anche la Campania.

Paolo Pellegrini

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