"Chi picchia i fascisti fa bene". Un post di Rossi apre la polemica

Critiche sulla sua pagina Facebook: "Così incita alla violenza"

Il presidente  della Regione  Enrico Rossi

Il presidente della Regione Enrico Rossi

Firenze, 21 settembre 2017 - Chi l'ha detto che l’Illinois è poi così lontano dalla Toscana. Il governatore Enrico Rossi, per esempio, condivide il ‘comune sentire’ del midwest degli States. Almeno per quanto riguarda svastiche e dintorni. Ieri ha deciso di pubblicare sulla sua pagina Facebook un post de Il Fatto Quotidiano. Nel video c’è un suprematista americano che indossa la svastica nazista al braccio che viene messo aterra con un pugno. Rossi aggiunge un breve commento: «Questo capita a Seattle girando con la svastica sul braccio».

Anni di sinistra antiviolenta, di campagne contro l’odio, percorsi per sanare le ferite sanguinose della storia e poi, all’improvvio, uno dei leader di Mdp (democratici e progressisti) si lancia su un terreno così minato. E infatti la battuta non è passata inosservata. In poco tempo la bacheca fb del presidente è stata inondata di messaggi. Quasi tutti contrari alla violenza esibita in quel video e palesamente approvata dal governatore. Rossi non indietreggia, anzi. Nel commento successivo racconta: «Anche mio nonno Gigi e suo fratello Cesare in pieno regime fascista stesero con un cazzotto un repubblichino al bar dalla Gina a Cascine di Buti. Avevano ragione da vendere e fecero proprio bene». Apriti facebook! E’ quasi venuta giù la bacheca. Dennis Salvadori cade dalle nuvole: «Ma hanno hacherato il profilo di Enrico Rossi? Non ci credo che l’ha scritto davvero».

«Non fare discorsi scemi... – incalza Fabrizio Formica – l’apologia di reato stona nella bocca di un presidente di Regione..Anche mio nonno allora sparava agli austriaci nel 1917 nella prima gm,se lo facesse oggi -2017- andrebbe in galera. La parola chiave è “contesto”. Oggi non puoi prendere a pugni uno che indossa un simbolo che non ti piace,altrimenti si sdogana la violenza più becera e demenziale». Mario Improta la butta sul personale «Quindi – chiede – se prenderemo a cazzotti chi ha distrutto il lavoro, la scuola e le pensioni, ci darete ragione, giusto?». Menomale che Francesco Di Leo si schiera con nonno Gigi e Alfredo Barile fa l’elenco di tutte le persone uccise dai neofascisti nel XXI secolo.

Ma alla fine la maggioranza dei commenti è ‘contro’ Rossi e il suo post che è troppo vicino alla violenza per ottenere il consenso di quella sinistra che lo dovrebbe sotenere. Non mancano neppure gli avvertimenti: «Caro Presidente – scrive Patrizia Zolezzi – non ci sono più i nonni di una volta. ..ora ci sono le querele». Fino alla dichiarata ironia di Matteo Avuri: «O venite via gli hanno voluto anche bene quando era per terra potevano anche infierire invece sono stati dei signori».

Chi plaude senza esitazioni è Marcello Bennati: «Bravo Presidente! Finalmente qualcuno che prende una posizione in mezzo a tutti questi mollaccioni di maniera (...) Noi siamo figli di partigiani. Abbiamo sentito e risentito misfatti raccapriccianti perpetrati da quelle schifose canaglie . Oggi in piena era internet occorre vedere rifiuti umani che per sentirsi vivi inneggiano a turpi ricordi che non hanno mai nemmeno letto nei libri di storia, Rifiuti sociali, quasi sempre vestiti di un ignoranza storica e purtroppo sociale. Un cazzotto nel muso poi non si nega a nessuno!».

Il governatore, alla fine, prova a cavarsela con la filosofia: «Noi dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti. Karl Popper». E Lorenzo Berzi lo stende: «Quindi Popper intendeva che bisogna fare risse per strada?».

 

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