«Il lavoro con Pinchiorri era diventato un incubo» / INTERVISTA ESCLUSIVA

Firenze, parla la sommelier che ha denunciato Pinchiorri per stalking

Giorgio Pinchiorri

Giorgio Pinchiorri

Firenze, 30 settembre 2019 -  «La mia vita è totalmente cambiata per colpa sua». Lucia (nome di fantasia), a nemmeno trent’anni, si è trovata stritolata in un ingranaggio che non poteva governare: la passione per il mondo della ristorazione, l’impegno per aprirsi una strada in quel settore, e poi la scelta obbligata di rinunciare anche al percorso intrapreso per assaporare un po’ di serenità.

Lucia è la donna che ha denunciato l’uomo che l’avrebbe perseguitata per anni. Quell’uomo, Giorgio Pinchiorri, noto per la sua Enoteca stellata in tutto il pianeta, era anche il suo datore di lavoro, oltre che un amico di sua madre. Sembrano due storie in una: una di stalking, ma anche una di mobbing. Entrambe sgradevoli. Aveva cominciato come cameriera, oggi, a 33 anni, è una sommelier. Ma l’ansia plasma anche le ambizioni, la paura tarpa le ali al talento.

«Quello che era il sogno di una vita – racconta –, lavorare in un ristorante 3 stelle Michelin e famoso nel mondo come l’Enoteca Pinchiorri, si è trasformato in un incubo».

Ci ha rimuginato molto prima di fare denuncia?

«Inizialmente ho pensato di poter gestire la situazione, proprio per quanto tenevo a quel lavoro. Ma quando la situazione è diventata insostenibile non ho potuto far altro che cercare di scappare da quell’uomo».

Si è sentita meglio?

«No, anche questo non è servito, perché ha continuato a tormentarmi e perseguitarmi. Mi ha costretto a cambiare lavoro, a cambiare le mie abitudini».

Dopo essersi licenziata dall’enoteca, ha lavorato in altri luoghi però.

«Mi ha fatto comunque terra bruciata intorno».

Come si vive, quando si entra nel vortice di uno stalker?

«Non sono più libera di uscire da sola, di frequentare le mie amicizie, di programmarmi una famiglia, perché vivo nel terrore che lui appaia. La mia vita è totalmente cambiata per colpa sua».

L’avvocato di Pinchiorri, Maria Cristina Paoli, si limita a precisare che sulla fine del rapporto di lavoro esistevano dei limiti caratteriali della donna. Sull’inchiesta, attende le prossime mosse della magistratura. Che potrebbero essere la richiesta di rinvio a giudizio per il 75enne avanzata dal pubblico ministero Giovanni Solinas.

All’indagine ormai chiusa della procura, si è aggiunto l’ultimo episodio di giovedì notte. Una nuova scintilla che ha riacceso la paura e che forse, come annuncia il legale della ragazza, Federico Scavetta, potrebbe sfociare in nuove denunce. Il suo ex datore di lavoro l’ha aspettata all’uscita del ristorante del centro di Firenze dove la donna lavora adesso, dopo essersi licenziata nel 2016.

Con lei c’era il fidanzato e c’era pure un precedente ammonimento del questore. E’ nata una discussione, proseguita anche davanti ai carabinieri intervenuti su richiesta della coppia. Nei mesi, la sommelier ha aggiornato le denunce. Dai regali, alle telefonate anche da numeri sconosciuti e gli inviti ad uscire, aveva notato anche degli appostamenti. Pure nei pressi dell’ultimo ristorante, anch’esso molto quotato, dove la professionista ha provato a voltare pagina.

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