Eike, il tedesco e quelle prassi tutte italiane

Gigi Paoli

Il sistema degli affitti allegri non conosce confini. In Italia, però. Perché se lo fai a Parigi, di affittare a due euro una villa dietro il Louvre, i francesi possono anche rifare la Bastiglia e buttare le chiavi della cella dell’affittuario e del locatario. Qui, invece, il metodo untuoso dell’amico dell’amico, o del diritto preteso in base a non si sa quale norma, diventa consuetudine. E così, negli anni, abbiamo visto case di 130 metri quadrati in piazza Pitti affittati a 335 euro al mese o di 320 metri a Porta Romana per 850 euro. Ora, la festa è finita. Però resta un cattivo pensiero: ma se Schmidt fosse stato fiorentino o milanese, una soluzione si sarebbe mai trovata? A domanda diretta, ieri, il Tedesco ha sorriso e sospirato.

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