E ora Nardella apre al dialogo "L’ambiente va difeso, non così"

Il sindaco resta a casa dopo il placcaggio in diretta video in piazza della Signoria "Ho agito d’istinto, ero arrabbiato. Firenze può diventare capitale della difesa del Pianeta" .

di Olga Mugnaini

"Ho usato espressioni forti perché, come molti in Piazza della Signoria, ero allibito e arrabbiato. Da uomo delle istituzioni non avrei dovuto rivolgermi in quel modo nei confronti del ragazzo. Ho agito d’istinto".

Dario Nardella ha lasciato il mantello da supereroe, si è rimesso la giacchetta da sindaco, quella che non contempla frasi del tipo "ma che cazzo fai". E si è chiuso in casa, sfinito. Ma venerdì mattina nel vedere i due attivisti di Ultima Generazione imbrattare di vernice rossa la facciata di Palazzo Vecchio, ha prevalso l’istinto di "difendere la casa di tutti, simbolo della storia e della civiltà di Firenze".

Da qui il placcaggio e le maniera decise nel fermare l’atto vandalico: "Ho vissuto quella violenza come uno sfregio alla nostra storia. La bellezza, la cultura, l’arte sono, come del resto la natura, indifese di fronte alla violenza e all’ignoranza. Sono il cuore della nostra esistenza umana, sono ciò che ci rende consapevoli e liberi". Per questo, secondo Nardella, non c’è battaglia che tenga, neppure sull’emergenza climatica, se la protesta si esprime in questi termini. Da sindaco è dispiaciuto dei modi. Ma rimane convinto che l’atto vandalico dovesse essere fermato e condannato.

Detto ciò, la difesa dell’ambiente resta un caposaldo anche per Nardella e per il programma di governo: "Agli attivisti vorrei dire che la loro frustrazione è più che legittima – ammette –. Sono padre di tre figli e come tale vorrei lasciare loro un mondo più sostenibile e giusto. Ma i sindaci e gli amministratori locali sono i primi interlocutori e i primi sostenitori di un cambiamento vero, profondo. L’altro ieri abbiamo bloccato la protesta ma non abbiamo bloccato il desiderio di proteggere il pianeta che ci ospita". La differenza la fa il modo, che secondo il sindaco non può comprendere azioni eclatanti, divisive, ma battaglie largamente condivise. "Noi ci proviamo tutti giorni - sostiene – ma sappiamo che senza l’aiuto di tutti sarà impossibile".

Per questo, superato il momento della rabbia e dell’indignazione, Dario Nardella è disposto a riconoscere che la questione ambientale va affrontata ascoltando anche chi nel passato si è comportato in maniera da condannare, come i due imbrattatori di piazza Signoria: "Se quei giovani sono disposti a rinunciare a queste forme sbagliate di protesta - conclude – per scegliere strade anche più efficaci per affrontare l’emergenza ambientale, noi non solo siamo pronti ad accettare il dialogo, ma pensiamo che Firenze possa diventare la capitale della difesa del pianeta". Qualcuno la legge come un’apertura dopo le parole dell’assessore all’ambiente Andrea Giorgio (area Schlein), tanto che FdI e Forza Italia vanno all’attacco chiedendosi chi detta la linea. Ma il sindaco resta deciso sulla condanna: giù le mani dalla vernice e da Palazzo Vecchio.

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