
di Titti Giuliani Foti
"Ho sempre amato il teatro, l’opera, il cinema, ma non pensavo di diventare costumista. Tutto è avvenuto per caso". Una piccola grande donna, la dolcezza fatta persona con quel gusto del vero bello che è semplice, lineare, ma iconograficamente studiato. Pur avendo raggiunto il grande successo, Anna Anni – nata a Marradi il 21 novembre 1926 e morta a Firenze il 1 gennaio 2011– non ha mai perduto la semplicità che caratterizza i fiorentini d’Oltrarno. E’ stata una costumista, una scenografa il cui nome ha fatto e fa scuola ancora oggi.
Sono dieci anni che Anna Anni non c’è più: ingiustamente dimenticata, come troppo spesso capita ai grandi. Per amore della sua Firenze artigiana e popolare, questa piccola signora disse no anche alla proposta di trasferirsi in America arrivata da Orson Welles. E’ con il grande regista che aveva esordito l’umile Anna, che per Welles disegnò nel ’53 i costumi della Locandiera di Goldoni e del Volpone di Jonson a Chicago: costumi uguale arte e quel suo tratto inconfondibile. Anna Anni ha attraversato le declinazioni dello spettacolo: lirica, cinema, prosa, balletto. Ma le grandi collaborazioni con registi del calibro di Bolognini, Zeffirelli, Sequi e Visconti, non hanno scalfito l’ amore per l’insegnamento, coltivato fino alla fine, qui a Firenze, alla scuola Tornabuoni. I suoi costumi hanno vestito Carla Fracci, Placido Domingo, Maria Callas, ma anche Nureyev, Pavarotti e Paolo Poli. La delicatezza eterea del tratto della talentuosa costumista era capace di rapire l’immaginario già dal bozzetto, per poi trovare vita in sartoria e diventare sogno sul palco. Nella sua luminosa carriera spiccano le affinità con l’étoile Carla Fracci (Le baiser de la fèe di Stravinskij alla Scala nel ´75 e Don Chisciotte al Comunale di Firenze nell’84) e col Maestro Franco Zeffirelli in molti spettacoli di prosa, lirica, fino agli ultimi film del regista, Un tè con Mussolini e Callas forever. Tutto iniziò all’istituto di Porta Romana, con i futuri colleghi Tosi, Donati e lo stesso Zeffirelli, che poi Anna ritroverà subito dopo la scuola nel famoso appartamento di Piazza di Spagna a Roma. In questa dimensione bohémien saranno abitué Alfredo Bianchini, Walter Chiari, Lucia Bosè. Il senso di fratellanza è stato così forte in vita che nemmeno la morte è riuscita a spezzarlo. Anna Anni – Annina per allievi e amici – riposa insieme a Piero Tosi nella cappella di Franco Zeffirelli alle Porte Sante.
Proprio il Maestro la ricordava così: "Anna era dotata di grande talento, più di tutti noi, ma era schiva, modesta. La conoscenza del taglio storico e la minuziosa ricerca del particolare hanno reso i suoi costumi straordinari, emblemi di preziose evocazioni storiche. Mi commossi nel vedere i costumi che aveva disegnato per Maria Stuarda con Valentina Cortese Rossella Falk e per la Carmen all´Arena". Una signora umile, che ha anticipato i tempi, aperto strade e autostrade nella storia del costume. Diceva grazie per il complimento ricevuto da un’allieva: "Con me è sempre stata paziente ed è riuscita ad insegnarmi i segreti del suo mestiere".
Solo a volte la malinconia si tinge di ammirazione.