
"Dopo quella violenza questa data sia di tutti"
A nome di tutta la comunità michelangiolina ringrazio l’artista Niccolò Storai per averci donato le installazioni che si possono osservare sul cantiere in via della Colonna. Questo progetto ha suscitato grande interesse tra gli studenti, anche per i personaggi che sono rappresentati e per il significato che l’artista ha voluto loro attribuire: sono stati ritratti illustri personalità, come Agnoletti, i fratelli Rosselli e Calamandrei, che hanno quale tratto comune non solo quello di aver frequentato il Michelangiolo e di aver contribuito a renderlo quella scuola prestigiosa che tutti conoscono, ma anche quello di essere simboli della lotta antifascista e di aver quindi contribuito in modo determinante, o comunque importante, alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo, che si celebra domani.
Una data che riveste un’importanza fondamentale che merita di essere sempre ricordata e celebrata da tutti noi a prescindere dalle nostre appartenenze politiche. A febbraio proprio il nostro liceo è stato teatro di un episodio di violenza che è stata definita da molti ‘squadrista’, rievocando in questo modo la dittatura ma anche i più recenti scontri tra fazioni politiche opposte vissute o ricordate da qualcuno dei nostri genitori verso la fine degli anni ’70: situazioni che tutti pensavamo cosi lontane o che forse volevamo dimenticare, ma che evidentemente dobbiamo ricordare. Quello di febbraio deve essere considerato un episodio ingiustificato e inaccettabile, che rievoca scene ormai lontane anni luce. La violenza come metodo di affermazione o sopraffazione non può avere alcuna giustificazione e deve trovare in tutti noi, aldilà delle personali convinzioni politiche, un argine.
Ritengo che oggi, a quasi 80 anni dalla caduta del regime fascista, questa festa debba essere un’occasione per ricordarci l’importanza da dare alla Libertà, sia dal punto di vista concettuale sia dal punto di vista concreto. Penso che celebrare la festa della Liberazione sia un modo per ricordare le atrocità che sono state e che vengono ancora oggi perpetrate in tutti i regimi totalitari di ogni colore. In conclusione celebrare la festa della Liberazione significa per me, oggi, lottare contro qualsiasi pensiero imposto, sia con la forza fisica sia con la forza economica, e garantire a chiunque la possibilità di manifestare il proprio pensiero e la propria personalità (ovviamente nel rispetto e nell’ambito di valori condivisi) senza il timore di essere aggredito.
Penso e mi auguro che questi Valori espressi dalla Festa della Liberazione siano ormai condivisi da tutti e che il 25 aprile non sia una festa di parte
Giulio Luzzetti
Rappresentante d’istituto del Liceo Michelangiolo e vicepresidente della Consulta degli studenti